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PITTORI: Anonimo pavese

Agostino fra Cristo e il latte della Vergine

Agostino fra Cristo e il latte della Vergine

 

 

ANONIMO PAVESE

1550 circa

Pavia, Basilica di san Pietro in Ciel d'Oro

 

Agostino fra Cristo e il latte della Vergine

 

 

 

Nella chiesa di san Pietro in Ciel d'Oro a Pavia un affresco nella navata sinistra riproduce un tema che inizia a comparire nella seconda metà del Quattrocento. Il dipinto, mediocre e sciupato dal tempo, si trova incorniciato sopra una bella porticina romanica che ripete i motivi decorativi della facciata. Agostino vi è raffigurato da vescovo fra Gesù paziente, nudo e piagato e la vergine che nutre al seno il Bambino.

L'episodio è relativo a una leggenda che nasce probabilmente in Italia. Diversi pittori si sono ispirati a essa che trae spunto da passi delle sue meditazioni: il santo è presentato innanzi al Cristo crocefisso ed alla Vergine, mentre, pregando, si domanda: "Hinc a vulnere pascor", e, volgendosi verso Maria, soggiunge: "Hinc lactor ab Ubere", concludendo: "Positus in medio quod me vertere nescio, Dicam ergo Jesu Maria miserere". Sembra che l'episodio prenda spunto da un passo della S. Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S. R. E. doctoris vita di Cornelius Lancelotz (1574-1622) O.S.A. edito ad Anversa nel 1616.

Lancillottus scrive, riportando parole apocrife di Agostino: "Positus in medio quo me vertam nescio. Hinc pascor a vulnere, hinc lactor ab ubere." La medesima scritta fu riportata da Francesco Francia e poi da Kartarius, un incisore nativo di Viterbo, che lavorò a Roma fra il 1560 e il 1570, nella sua stampa della Vita di Agostino edita nel 1570.