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La Vergine e il Bambino appaiono ai santi Pietro e Agostino, con Dio Padre in cielo
MAESTRO ITALIANO
1550-1600
Madrid, Museo del Prado
La Vergine e il Bambino appaiono a S. Pietro e S. Agostino, con Dio Padre in cielo
L'autore di questo guazzo, realizzato a penna, matita preparata e con inchiostro marrone è sconosciuto, ma sicuramente appartiene all'orizzonte culturale ed artistico di una scuola pittorica italiana. Eseguito su Carta per le misure 253 millimetri x 187 millimetri il disegno appartiene al Museo del Prado dove è pervenuto nel 1931 da Pedro Fernández Durán in seguito al Lascito di Bernaldo de Quirós.
Titolo dell'opera è La Vergine e il Bambino appaiono a S. Pietro e a S. Agostino, mentre Dio Padre osserva dal cielo. La fattura dell'opera attribuisce il disegno alla fine del Cinquecento.
Al centro della scena troviamo la Madonna seduta su una nube con il braccio il Bambino che si erge in piedi. Sopra di loro appare Iddio padre che regge il mondo.
Ai loro piedi, in posizione eretta, troviamo a sinistra san Pietro e a destra san'Agostino. San Pietro ha il viso barbuto ed esprime una profonda meraviglia per la scena che osserva: nella mano sinistra regge la chiave, il simbolo che lo caratterizza.
Sant'Agostino si presenta vestito da vescovo, con in testa la mitra: il volto, piuttosto maturo e anziano, presenta una folta barba sul mento. il suo sguardo è rivolto verso l'alto ad osservare la Vergine con il Bambino. Con la mano sinistra regge il bastone pastorale e un libro chiuso, mentre la mano destra si apre con il palmo in segno di accoglienza.
Al suo fianco avanza un bambinello che gli porge con la destra un bicchiere pieno d'acqua mentre con la sinistra regge un cuore fiammante. Sono due tipici simboli agostiniani che richiamano altrettanti aneddoti leggendari. Il primo si riferisce all'episodio che si svolge su una spiaggia dove Agostino, che sta pensando al mistero della Trinità, incontra un bambino che cerca di riempire una buca con l'acqua del mare. La risposta del bambino gli rivela l'impossibilità dell'uomo di comprendere il mistero di Dio e della Trinità.
Il cuore fiammante a sua volta esprime l'amore smisurato che Agostino nutriva verso Dio.
La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.
Dei tre vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea e che, promessa sposa di Giuseppe, ricevette dall'arcangelo Gabriele l'annuncio che avrebbe partorito il Figlio di Dio (Lc. 1, 26-38). Ella accettò e, per la sua totale fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata dai cristiani il modello per tutti i credenti. Lo stesso Vangelo secondo Luca racconta la sua pronta partenza per Ain Karem, per aiutare la cugina Elisabetta, anziana, incinta di sei mesi.
Da Elisabetta è chiamata "la madre del mio Signore". Maria le risponde proclamando il Magnificat: « Allora Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.» (Lc. 1, 46)