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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Maestro di SorrentoPITTORI: Maestro di Sorrento
Madonna della Cintura con i santi Agostino e Monica, devoti e papa
Eugenio IV [foto Stefano Limpido]
MAESTRO DI SORRENTO
1550-1600
Sorrento, chiesa SS. Annunziata
Madonna della Cintura con i santi Agostino, Monica, Nicola da Tolentino e papa Gregorio XIII
La pala si trova nella chiesa della SS. Annunziata a Sorrento dove ha sede la Arciconfraternita di Santa Monica. Questo dipinto cinquecentesco è allocato sull'altare che un tempo era della Confraternita, quando essa possedeva l'oratorio nell'annesso convento agostiniano. Nella stessa chiesa sono presenti vecchie statue tra le quali anche quelle della Madonna della speranza, di santa Monica e di sant'Agostino. La chiesa fu edificata tra il 1284 e il 1299 per volere del nobile patrizio sorrentino Giovanni Ammone.
Agli inizi dell'Ottocento, come conseguenza delle disposizioni napoleoniche, il monastero fu soppresso e la chiesa consegnata alla Confraternita. La pala raffigura la Vergine in trono che regge in braccio il Bambino Gesù mentre sta consegnando la Cintura ai santi Monica e Agostino. Sul piano inferiore si possono osservare diversi personaggi fra cui un papa sulla sinistra e san Nicola da Tolentino e altre figure, sulla destra, di più difficile interpretazione. Molto probabilmente si tratta di pii devoti o fors'anche confratelli laici della Confraternita che aveva sede nella chiesa. Questo sodalizio religioso era stato fondato sul finire del Quattrocento.
Il papa raffigurato potrebbe essere Eugenio IV o più facilmente papa Gregorio XIII; entrambi in effetti sono legati alle vicende storiche della Confraternita della Cintura. La presenza di papa Eugenio IV sarebbe giustificato dalle vicende della sua vita: nato Gabriele Condulmer (Venezia, 1383 - Firenze, 23 febbraio 1447), entrò nel 1400 fra i Canonici Regolari di San Giorgio in Alga che seguivano la regola agostiniana. Per alcuni anni (1401-1407) diresse una comunità di canonici regolari di S. Giorgio in Alga di Venezia, insediatesi a Vicenza nel monastero di Sant'Agostino. Eletto vescovo di Siena e successivamente nominato cardinale da Gregorio XII, divenne papa nel 1431. Aprì il Concilio di Basilea con grandi discordie tra papa e cardinali e lo sciolse con una bolla. Nemico acerrimo del cardinale Colonna, scappò a Firenze inviso al popolo e ai nobili romani. Nel 1439 riunì con un decreto la chiesa greca alla latina. Fu deposto dal concilio che gli antepose come antipapa Felice V, il quale in seguito rinunciò alla carica. Riportò il concilio a Roma e qui causò una rivolta popolare con una nuova tassa pontificia sul vino che si affrettò subito a revocare. Fu eloquente ed erudito in storia antica e morì nel 1447.
La presenza di papa Eugenio IV sarebbe significativa perché fu proprio lui, con il decreto Solet Pastoralis Sedes del 14 agosto 1439 ad autorizzare l'Ordine Agostiniano ad erigere delle confraternite maschili e femminili sotto il titolo della Cintura della Beata Vergine Maria applicandovi numerose indulgenze, e nello stesso anno i Padri Agostiniani, nella loro chiesa di San Giacomo in Bologna fondarono canonicamente la prima Arciconfraternita della Cintura e, nel 1495, l'altra simile Confraternita della Santissima Vergine Maria della Consolazione. Papa Gregorio XIII con bolla Ad ea ex paternae charitatis il 15 giugno 1575 decretò l'unione delle due Confraternite. Successivamente, papa Paolo V con il Breve Cum certas Confraternitati Cinturatorum del 2 ottobre 1606, accorda la facoltà di erigere in tutto il mondo cattolico, anche per mezzo di Sacerdoti secolari, delle Confraternite della Santa Cintura, purché nella chiesa vi sia un altare dedicato alla Santissima Vergine della Consolazione, fermo restando che l'autorizzazione alla fondazione deve essere rilasciata dal Padre Generale dell'Ordine Eremitano Agostiniano. I Confratelli avevano l'obbligo di portare indosso la Cintura, benedetta, di cuoio o di pelle nera, con una fibbia di osso nero, di recitare quotidianamente tredici Pater, tredici Ave Maria ed una Salve Regina, di digiunare il 27 agosto, vigilia della festa di sant'Agostino, di adempiere le disposizioni per ottenere le indulgenze legate alle varie ricorrenze e festività proprie della Confraternita.
Papa Eugenio IV autorizzò le Confraternite agostiniane, mentre Gregorio XIII le unì: il quadro nel primo caso ricorderebbe la nascita della Confraternita sorrentina, nel secondo la sua unione a quella bolognese. Poiché il viso del papa mostra una fluente barba è più verosimile che si tratti di Gregorio XIII, poiché la porta nei ritratti che conosciamo, al contrario di papa Eugenio IV che era sbarbato.
Il titolo di Madonna della Cintura nella sua duplice formulazione, che ne fissa anche la impostazione e la tradizione iconografica, è un riferimento alla materna tenerezza di Maria nei confronti di S. Agostino e di S. Monica e, attraverso loro, di tutto l'Ordine Agostiniano, oltre che all'abito proprio degli Agostiniani, raccolto ai fianchi da una cintura di cuoio. L'origine è da collegare a una tradizione riconducibile al secolo quindicesimo, epoca in cui gli Agostiniani stavano fissando i termini della loro devozione a Maria. Un testo - formatosi verso il sec. XVI e che va letto con i criteri della valutazione simbolica e di una nota tradizione devozionale - va ricordato perché offre inequivocabili elementi di valutazione e di riferimento a fatti obiettivi della storia e della vita religiosa.
Si narra che S. Monica nella sua afflizione per la perdita del marito Patrizio e per il disorientamento spirituale del figlio Agostino, si rivolge alla Madonna per trovare in lei conforto e consolazione e per avere una risposta che può sembrare curiosa ma che indica contemporaneamente l'intento ideale della narrazione. Monica infatti chiede a Maria in che modo si sarebbe vestita dopo la morte di S. Giuseppe. I connotati di lutto e di afflizione ma anche di nuova realtà esistenziale considerati nell'abito sono ben evidenti. La Madonna accondiscende benevolmente al desiderio di Monica apparendole vestita di abito nero, raccolto ai fianchi da una cinta di cuoio, invitandola a vestirsi in modo simile e assicurandole che quanti l'avessero imitata avrebbero avuto garanzia della sua protezione e consolazione (altro elemento che dice riferimento al devoto proselitismo). Ovviamente, una volta che Agostino fece proprio il proposito di consacrarsi al Signore si sarebbe adeguato con i suoi a questa stessa indicazione.
Abbiamo riscontro che fatti relativi all'abito nero e alla cintura di cuoio per gli Agostiniani sono registrati fin dal 1253 sotto Innocenzo IV e nel 1255 con Alessandro IV.