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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinqueccento: Maestro di StoccardaPITTORI: Maestro di Stoccarda
Sant'Agostino alla sua scrivania
MAESTRO DI STOCCARDA
1500-1550
Stoccarda, Cod. theol. 2025
Sant'Agostino alla sua scrivania
La scena raffigura sant'Agostino alla sua scrivania nel suo studio intento a scrivere sul leggio.
Il santo indossa gli abiti episcopali, con in testa la mitra. Un nimbo gli avvolge il capo. La scena si svolge all'interno di una grande camera con arredi cinquecenteschi. Un discreto camino troneggia nel mezzo dell'aula illuminata da una finestra a vetri. Alle spalle di Agostino un grosso armadio funge quasi da spalliera. Agostino è intento a scrivere con una penna su un libro aperto.
La scena è stata ripresa più volte da diversi artisti, che hanno rappresentato il santo nel suo scrittoio seduto in atto di scrivere. La scena è spesso il complemento o l'ambientazione preferita per le rappresentazioni tradizionali di Agostino vescovo e Dottore della Chiesa: sua caratteristica è proprio quella di avere scritto un gran numero di opere. La scena tuttavia qualche volta viene scambiata dagli artisti con quella del sogno di san Gerolamo, che si svolge anch'essa nello studiolo del santo mentre è intento a scrivere.
"Qualunque cosa, diversa da sé, pensi l'uomo, un oggetto che è stato fabbricato non sarà mai simile a colui che lo ha fatto ... Dio è ineffabile, più facilmente diciamo ciò che non è, anziché ciò che è.
Pensi alla terra: Dio non è questo! Pensi al mare: Dio non è questo!
Pensi a tutte le cose che sono sulla terra, agli uomini e agli animali: Dio non è questo!
A tutte le cose che sono in mare o che volano in aria: Dio non è questo!
A ciò che splende nel cielo, le stelle, il sole, la luna: Dio non è questo! Pensi al cielo: Dio non è questo!
Pensi agli angeli, alle virtù, alle potestà, agli arcangeli, ai troni, alle sedi, alle dominazioni: Dio non è questo!
E che cosa è? Questo solo ho potuto dire: ciò che non è. Mi chiedi che cosa è?
Ciò che occhio non ha visto, né orecchio ha udito, né è penetrato nel cuore dell'uomo. Come pretendi che salga sulla lingua ciò che non è entrato nel cuore?"
AGOSTINO, Esposizione sui Salmi, 85, 8-12