Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Pittore lombardo

PITTORI: Pittore lombardo

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

PITTORE LOMBARDO

1500-1599

Valbondione, località Bondione, chiesa di san Lorenzo

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

L'affresco che raffigura sant'Agostino è opera di un ignoto frescante che appartiene all'orizzonte culturale lombardo del primo Cinquecento.

L'affresco è stato staccato dalla sua sede originaria, è in buone condizioni di conservazione e misura cm 104x55.

Il dipinto appartiene alla chiesa di san Lorenzo in località Bondione nel Comune di Valbondione.

La chiesa è di antica fondazione dato che sono documentati un certo presbitero "Ottonellus" e "Vivianus clericus" della chiesa di San Lorenzo di Bondione presenti nell'anno 1304 al Sinodo diocesano di Bergamo tenuto dal vescovo Giovanni da Scanzo. Si hanno ulteriori attestazioni della chiesa di San Lorenzo di Bondione nel 1360.

Dall'attestazione del reddito delle taglie e decime imposte al clero dai Visconti di Milano e dai papi si deduce l'esistenza di due benefici per questa chiesa. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi l'oratorio di San Bernardo "de Redorta" e l'oratorio di San Bernardino in Lizzola.

Presso la parrocchiale erano state erette le scuole del Santissimo Sacramento, del Rosario, del Suffragio e della Dottrina cristiana.

Nel Sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, presso la parrocchiale beneficiata sotto l'invocazione di San Lorenzo martire di Bondione, sita in Val di Scalve e dipendente dalla pieve di Scalve, figuravano erette la confraternita dei disciplini battuti militanti sotto il gonfalone di Santa Maria Maddalena di Bergamo, la scuola del Santissimo Sacramento, del Rosario, del Suffragio e della Dottrina cristiana.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6