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PITTORI: Jacopo da Valenza

Madonna con Bambino in trono tra santa Giustina e sant'Agostino

Madonna con Bambino in trono tra santa Giustina e sant'Agostino

 

 

JACOPO DA VALENZA

1509

Venezia, Galleria dell'Accademia

 

Madonna adorante con Bambino in trono tra santa Giustina e sant'Agostino

 

 

 

Il dipinto ha per soggetto la Madonna orante il Bambino seduta in trono tra santa Giustina e sant'Agostino. Realizzata con la tecnica della pittura su tavola, l'opera misura cm 147 in altezza e 140 in lunghezza. Jacopo da Valenza la portò a termine e la firmò nel 1509. In origine fu commissionata dalla Scuola della chiesa di Santa Giustina a Serravalle. L'opera fu quindi acquisita  dalle Gallerie dell'Accademia di Venezia.

La chiesa di santa Giustina sorge nella omonima piazza nell'antico Borgo Superiore. Edificata nel 1227 per ordine di Gabriele da Camino, divenne una dipendenza dell'abbazia di Follina.

Nel 1228 venne ceduta ai benedettini di Padova che vi insediavano un priorato. I nobili da Camino la arricchirono con varie donazioni, e la resero di fatto la loro cappella privata. Passato poi alle benedettine e alle agostiniane, dopo le soppressioni di Napoleone divenne succursale del duomo. Nel 1947 è stata elevata a parrocchiale. L'edificio fu quasi completamente rifatto a fine Cinquecento. Al suo interno si trova il pregevole sepolcro di Rizzardo VI (ultimo signore di Serravalle), realizzato fra il 1336 e il 1340.

La presenza di Agostino accanto a quella di santa Giustina patrona della chiesa, si giustifica con la committenza delle suore agostiniane che tennero per vari anni la chiesa. il santo, vestito da vescovo, con una folta barba nera che scende fin sul petto, indossa gli abiti episcopali con i relativi attributi. Il piviale aperto lascia osservare con chiarezza la tonaca nera dei monaci e delle monache agostiniane con un chiaro riferimento alla loro convinzione di derivare direttamente dalle esperienze monastiche introdotte dal santo in Africa agli inizi del V secolo.

 

 

Jacopo da Valenza

Non si conosce l'esatta data di nascita di questo pittore, attivo fra 1478 e 1509 nell'alto Veneto, nell'area compresa tra Ceneda-Serravalle, l'odierna Vittorio Veneto, e Feltre e Belluno.

Jacopo operò in molte chiese del bellunese e nel suo stile si ritrovano influenze di Alvise Vivarini. Lo troviamo registrato fra i testimoni in un documento notarile rogato a Belluno nel 1491 con il titolo di maestro pittore, dove dichiara di essere figlio di un Giovanni Fusco. Jacopo segue fedelmente il modello vivariniano, peccando di poca originalità, ma rivela una grande perizia tecnica e un grande talento di imitatore. E' molto probabile che la formazione di Jacopo abbia avuto luogo presso la famiglia Vivarini. Nel 1492 abitava a Feltre, ove presenziò a un atto stilato nel monastero di S. Maria del Prato.

Quanto sappiamo di lui ci deriva direttamente dai suoi dipinti, tra cui le pale d'altare firmate e datate. Alcune, realizzate a tempera su legno, recano il nome di J. seguito dal toponimo Valenza, la cui localizzazione è stata oggetto di un aspro dibattito. Probabilmente questo riferimento va messo in relazione a un certo "Magistro Iacobo de Valentia lombardiae chyrurgo" apparso come teste a Ceneda in un atto del 1478. Jacopo sarebbe dunque giunto in Veneto da Valenza Po, esercitando dapprima la professione di chirurgo e poi quella di pittore.

La sua prima opera firmata risale al 1485 e raffigura una Madonna col Bambino a mezzo busto, ritrovata presso gli ultimi eredi bellunesi di Marino Pagani. Bisogna attendere il 1502 per ritrovare il nome di Jacopo sul cartellino della Vergine con il Bambino e i santi Gioacchino, Giovanni Battista, Giuseppe e Anna, dove compare anche il nome del committente Alberto Pinidello. Con poche variazioni, Jacopo ripropose il modello del gruppo centrale delle sue pale in una serie di dipinti devozionali, tra cui spicca una Vergine che allatta il Bambino conservata a Venezia al Museo Correr, firmata e datata 1488. La tipologia ricalca modelli tipicamente vivarineschi; in altri casi la Vergine è girata di tre quarti, come nell'esemplare firmato della Pinacoteca dei Concordi a Rovigo e in quelli ancora di Berlino (Gemäldegalerie) e Venezia (Civico Museo Correr). Nel 1503 dipinse per altare dell'Immacolata nella chiesa di san Pietro a Belluno, una Vergine con il Bambino, i santi Francesco, Giovanni Battista, Sebastiano e un santo vescovo (oggi a Berlino alla Gemäldegalerie), che il nome del donatore Francesco Scottola. Nel 1504 firmava una Vergine con il Bambino e i santi Maria Maddalena e Giovanni Battista (Porcen, S. Maria Maddalena). In quell'anno l'artista si trovava a Belluno.

Prima di scomparire definitivamente dalla scena artistica, Jacopo firmò e datò altre due pale: nel 1508 una Vergine con il Bambino, i santi Giovanni Battista e Biagio, e donatore (per la cattedrale di Ceneda) e, nel 1509, una Vergine con il Bambino e i santi Agostino e Giustina che qui presentiamo. Non conosciamo l'anno della sua morte, ma potrebbe essere ancora lui il pittore interpellato nel 1510 dagli amministratori del duomo di Belluno "per conzar" la piccola ancona dell'altare di S. Martino.