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PITTORI: Maestro di Vasto

Agostino vescovo e santa Monica

Agostino vescovo e santa Monica

 

 

MAESTRO DI VASTO

1570-1590

Vasto, Cattedrale di san Giuseppe

 

Sant'Agostino vescovo e santa Monica

 

 

 

Le due statue lignee di sant'Agostino e santa Monica sono state rinvenute per caso nei sotterranei della canonica della cattedrale di Vasto assieme ad un vero e proprio tesoro di arredi lignei del Cinquecento, parati, manufatti e centinaia di ex voto collocabili fra il 1600 e la fine del 1700.

Il patrimonio ritrovato nei sotterranei della cattedrale di San Giuseppe è stato arricchito dalla scoperta, dietro i reperti, di una parete poligonale del 1293. Dietro i mattoni impolverati secondo gli studiosi si celerebbe il tempio paleocristiano di Sant'Eleuterio, importante luogo di culto dell'antica Histonium con l'abside della chiesa agostiniana di Santa Margherita.

Tra gli oggetti rinvenuti ci sono statue e capitelli del Seicento, cornici, libri, manufatti in stucco, parati architettonici arredi lignei e in ferro battuto, presepi d'epoca, sculture e oleografie. E ancora, 200 ex voto dedicati al Sacro cuore tornati alla luce dopo secoli di oblio. Nel rimuovere un quadro su una parete del seminterrato si è rivelata agli occhi increduli dei sacerdoti una triade di statue completamente ricoperte di polvere. Sono le preziose statue di sant'Agostino, san Domenico e santa Monica, manufatti preziosi sacrificati alle necessità di spazio e di culto. Gli esperti della Soprintendenza e i restauratori ritengono che si tratti di opere del Cinquecento che decoravano la chiesa di sant'Agostino. Accanto alle statue sono riaffiorati capitelli, sculture e oleografie.

Sia sant'Agostino che santa Monica sono stati raffigurati con abiti che ricordano la loro appartenenza all'Ordine agostiniano: indossano infatti la tipica cocolla nera dei frati oltre agli attributi, per quanto riguarda Agostino, propri della dignità episcopale.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6