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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Francesco VecellioPITTORI: Francesco Vecellio
Sant'Agostino consegna la sua regola ai Canonici (a sinistra)
FRANCESCO VECELLIO
1530
Venezia, chiesa di san Salvador
Sant'Agostino consegna la sua regola ai Canonici
La scena dipinta da Francesco Vecellio mostra Agostino, vestito da vescovo (a sinistra) che consegna la regola a due canonici vestiti di bianco inginocchiati davanti a lui. Il termine canonico indicava in origine il sacerdote iscritto a un "canone", cioè all'elenco ufficiale di una certa chiesa locale; la qualifica di regolare connota la scelta di vivere secondo una "regola" comunitaria. Il clero non regolare veniva chiamato "secolare". Nel Medioevo, comunità di Canonici Regolari sorsero in tutta Europa, con il compito dell'Ufficio corale nelle principali chiese; tra le prime regole adottate, le più note e diffuse furono quelle di S. Crodegango di Metz (712-766) e quella di Aquisgrana, promulgata nell'anno 816.
Già nel 1142, quando il convento di Novacella venne fondato dal beato Hartmann, vescovo di Bressanone, ed affidato ad una prima piccola confraternita di Canonici agostiniani, per la celebrazione della liturgia e la preghiera collettiva divennero necessari testi come il libro con la regola di S. Agostino (il padre fondatore dell'Ordine) e testi per l'insegnamento nella scuola conventuale, istituita poco dopo la fondazione del cenobio.
La regola agostiniana fu adottata da numerose congregazioni, anche medioevali, fra cui anche i norbertini o premostratensi, seguaci di Norberto di Xanten.
La scena della consegna della regola è stata dipinta su un'anta dell'organo della chiesa di san Salvador a Venezia e il dipinto si può vedere solo quando le ante sono chiuse. Come tutte le chiese veneziane più antiche, le origini di San Salvador sono poco definite. La tradizione la vorrebbe fondata nel 638 da san Magno, vescovo di Oderzo e poco dopo si sarebbe trasformata in Pieve. I documenti attestano per la prima volta questa chiesa nel 1141, quando, grazie all'iniziativa del pievano Bonfilio Zusto, la chiesa veniva trasformata da parrocchiale a collegiata riformata. E' in questa occasione che un gruppo di canonici votati alla regola di sant'Agostino prende possesso della chiesa. Le dispute di giurisdizione con il vescovo di Castello vennero presto superate grazie a papa Innocenzo II che concesse alla comunità la protezione apostolica, il diritto all'elezione del proprio priore e le decime che già spettavano alla vecchia parrocchia. Tra il Trecento e il Quattrocento la spinta riformistica che aveva animato i secoli precedenti si affievolì e la comunità attraversò un periodo di decadenza spirituale e materiale. Nel 1441 l'intervento di papa Eugenio IV, il veneziano Gabriele Condulmer, rinnovò la comunità con l'insediamento dei canonici regolari della Congregazione del Santissimo Salvatore lateranense. Con l'arrivo di Napoleone, nel 1807, anche la canonica di San Salvador fu soppressa. I suoi beni passarono al demanio e il monastero fu convertito in caserma, mentre la chiesa divenne parrocchiale sotto la giurisdizione del patriarcato di Venezia.
La scena di Agostino che consegna la regola ai canonici di san Salvador si trova sulle ante dell'organo, realizzato intorno al 1530. La cantoria è attribuibile all'architetto bergamasco Guglielmo de' Grigi e fu commissionata dal nobile veneziano Girolamo Priuli come monumento celebrativo della propria famiglia. Le portelle che chiudono la facciata dello strumento sono opera di Francesco Vecellio, fratello di Tiziano, e raffigurano, come già descritto, nella parte esterna, sant'Agostino d'Ippona che consegna la regola ai canonici e San Teodoro di Amasea che uccide un drago; nella parte interna, invece, sono visibili la Trasfigurazione e la Risurrezione di Gesù.
L'organo è posto sopra una struttura in pietra d'Istria che ingloba l'ingresso laterale della chiesa: è impreziosita da pannellature in marmi policromi e da eleganti finiture scultoree, come le grandi mensole che sostengono la balconata, i quattro capitelli compositi e i due tondi in bassorilievo con teste all'antica, raffiguranti il committente e suo padre Lorenzo. Nelle due nicchie degli intecolumni si trovano infine le statuette marmoree di San Girolamo e San Lorenzo, attribuite a Danese Cattaneo e Jacopo Fantoni detto Colonna, allievi di Jacopo Sansovino.
Francesco Vecellio
Francesco, nato forse nel 1475 (per altri nel 1494-1496), apparteneva alla famiglia dei Vecellio. Era probabilmente il fratello maggiore di Tiziano e lavorò principalmente in Cadore tra il 1520 e il 1530. Dopo una esperienza da militare, nel 1524 lo vediamo dipingere una pala d'altare per la chiesa della Difesa, a San Vito di Cadore. più tardi dipinse un polittico a Candide e le ante dell'organo della chiesa di San Salvatore a Venezia. Francesco abitò a Venezia almeno fino al 1550 e solo nell'ultimo decennio della sua vita si trasferì in Cadore, dove si impegnò in campo politico e amministrativo e dove morì nel 1560.