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Sant'Agostino mangia un formaggio
PITTORE ALGERINO
2004
Algeria
Sant'Agostino mangia un formaggio
Agostino che compare sulle etichette di un formaggio algerino è l'ultima novità, che ha del sensazionale, in terra algerina. Non è difficile indovinare come si chiama: si chiama Saint Augustin (Sant'Agostino). Che cosa c'è di straordinario, qualcuno potrebbe chiedersi. Lo straordinario è che questo accade in Algeria e non è una esagerazione, poiché da un punto di vista sociologico il fatto è assai rilevante. Agostino adesso viene messo a tavola con gli algerini .... che lo mangiano volentieri, soprattutto se possono pagarne il prezzo. Ciò che fa piacere è che sul fronte della scatola un'immagine rappresenta proprio il vescovo d'Ippona, vestito direi da frate, che sta mangiando un eccellente formaggio che in Algeria chiamano il Camembert, una copia quasi perfetta del famoso Camembert francese. Il santo, dalla folta barba bianca, di bell'aspetto, quantunque anziano, è seduto di fronte a una tavola piuttosto spoglia.
Vi si nota un'anfora di tipo romano e un pane su cui viene spalmato accuratamente il formaggio. Sullo sfondo nero la figura del santo risalta in modo notevole, mentre in alto campeggia la dicitura Camembert St. Augustin. C'è stato un tempo in cui parlare d'Agostino in Algeria era cosa proibita. Per troppi anni, dopo l'indipendenza, Agostino fu considerato come il difensore dell'imperialismo coloniale romano e il capo d'una Chiesa cattolica compromessa con i ricchi e conservatrice. In quei tempi era anche impensabile che un algerino potesse essere cristiano.
L'intervento del presidente Abdelaziz Bouteflika, gli anni oscuri del terrorismo, il grande colloquio internazionale d'Algeri e d'Annaba di due anni fa su Agostino, hanno cambiato la mentalità. Oggi, gli algerini lottano per recuperare il loro patrimonio culturale che risale almeno al II secolo prima di Cristo; accettano, anche se con qualche reticenza affettiva, che alcuni dei loro connazionali abbraccino la nostra fede; guardano verso la nostra Chiesa e le sue istituzioni con rispetto ed amore. Ma il cambiamento più radicale è stato senza dubbio quello che riguarda sant'Agostino. Passionali come lo è stato lui, gli algerini vogliono ad ogni costo impadronirsi della sua persona e della sua eredità. L'Ufficio Nazionale del Turismo ha appena pubblicato un brochure che porta il titolo "Agostino l'Algerino" e propone diversi itinerari nei luoghi agostiniani.