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PITTORI: Filatelia francese

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore

 

 

FILATELIA FRANCESE

2012

Parigi, Poste Francesi

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Il francobollo del valore facciale di 1,50 € è una emissione commemorativa, stampata ad offset delle dimensioni di 1.95 x 5.7 mm. Il soggetto di questo francobollo emesso il 18 giugno 2012 dalle poste francesi raffigura il grande retablo di Isenheim, la cui struttura teologica è piuttosto complessa e sviluppa i temi della Risurrezione e della Annunciazione fra i santi Agostino e Gerolamo.

L'immagine che rappresenta Agostino appartiene all'opera straordinaria di un pittore a cui convenzionalmente è attribuito il nome di Matthaeus Grünewald. L'altare a cui appartiene è unanimemente considerato una delle realizzazioni più alte della pittura d'Oltralpe del primo Cinquecento. In origine l'opera si trovava a Isenheim, nella chiesa dell'Ospedale del convento degli Antoniti, presso l'altare di sant'Antonio. Ora è conservato a Colmar, nel Museo d'Unterlinden. Lo scrigno presenta diverse sculture e immagini: quella di Sant'Agostino e donatore, è nel pannello di sinistra, dalle dimensioni di cm. 255 x 74, 5 x 19.

L'autore, un personaggio sicuramente misterioso, è indicato da Joachim Sandrart come Grünewald ma anche Matthaeus von Aschaffenburg, che nella sua Teutsche Academie (1675) lo presenta come un artista di grande interesse, la cui storia è però caduta nell'oblio. Lo presenta contemporaneo di Dürer, sventurato e malinconico, morto nel 1510 in una località sconosciuta. Jakob Burckhardt lo scopre nell'Ottocento, ma la sua prima monografia è di Hans Bock (1904), la seconda, di Schmid, è del 1911, mentre la prima ricostruzione storica dell'artista si deve a Zülch ed è datata 1938. Schmid segnala che l'altare fu eseguito da un certo Mathis Gothart Nithart e con lui nasce la questione del nome e del riconoscimento dell'artista, che è pittore, scultore, ma anche mercante di sapone e colori, costruttore e ingegnere idraulico. Egli corrisponde a un personaggio storicamente accertato di nome Mathis Nithard. Un uomo con questo nome morì il 1 settembre 1528 ad Halle, e solo un anno prima, come risulta nell'archivio di Francoforte, aveva fatto testamento a favore di un figlio adottivo, Endres.

La sua data di nascita è prevalentemente fissata attorno al 1480 a Würzburg. Le sue vicende si intrecciano con quelle di un pittore a nome Mathis, che gli studiosi sono inclini a considerare la stessa persona. Il primo documento ce lo fa trovare ad Aschaffenburg riconosciuto come maestro, nel 1505, il che avvalora l'ipotesi sulla data di nascita. Bisogna però aggiungere che nei documenti d'archivio di Francoforte dal 1512 compare un altro Mathis, il cui nome è Grün. Questi, secondo Zülch, corrisponde al Grünewald di Sandrart, tramandato come lunatico e melanconico, malato di peste nel 1513. Scultore documentato, lavorava per i signori von Erbach e aveva una sua bottega a Francoforte, dove moriva nel 1532. L'ultimo tentativo di riconoscimento è di Hans Rieckenberg (1987) che rigetta Gothard Nithard, per riproporre Matis Grün. Qualunque sia l'autore questo pittore a nome Mathis o Mattias è responsabile di una produzione, se non ricchissima, compatta e di altissimo livello nei primi tre decenni del Cinquecento in un'area piuttosto vasta che comprende l'Alsazia e i territori del Reno. Ma la sua fama non sarebbe così universale se egli non avesse dipinto quest'opera che si distingue per la sua complessità, per la straordinaria ricchezza della tessitura iconografica, per la qualità altissima della pittura e per il controllo esecutivo. Il progetto del grande altare, dipinto da Grünewald tra il 1510 e il 1516 fu commissionato dall'abate precettore del convento, creduto di origine siciliana, un certo Guido Guersi (1490-1516), che recentemente è stato individuato in un certo Guy Guers nativo del Delfinato.

L'intervento di Grünewald consiste nella realizzazione di due grandi ali mobili e di due ali fisse, applicate allo scrigno centrale, dovuto allo scultore strasburghese Nikolaus Hagenauer e comprendente le figure di Sant'Antonio, Sant'Agostino e San Girolamo. Lo scrigno è completato da una predella, comprendente i busti di Cristo e dei dodici apostoli, eseguiti da uno scultore della bottega di Hagenauer, il cui nome era ritenuto Sebastian Desiderius Beychel. Si è sempre creduto che la parte scolpita dell'altare di Isenheim fosse stata eseguita attorno al 1505 e fosse dovuta alla committenza di Jean d'Orliac, precettore degli Antoniti fino al 1490, il cui ritratto sarebbe scolpito, come si conviene a quello di un donatore, nel pannello sinistro, accanto a Sant'Agostino, rivolto verso il sant'Antonio in trono. Di recente si è proposto di riconoscere Guersi nel ritratto scolpito e di ritenere quest'ultimo il committente dell'intero altare.

La complessa macchina prevedeva, oltre alle grandi tavole tuttora esistenti, una zona superiore che fu distrutta durante la rivoluzione francese. La carpenteria originale era stata eseguita dall'intagliatore Michele Wesser di Altkirch. Di come poteva essere questo fastigio esiste un disegno di G. Rothmann del 1905, conservato alla Biblioteca del Museo di Colmar.