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Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
ANDREAS MORODER
2002
Altamura, chiesa di sant'Agostino
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
All'interno della chiesa di sant'Agostino di Altamura, in una nicchia protetta da un vetro, si trova una statua che raffigura il titolare della chiesa. Agostino è raffigurato in vesti episcopali che regge nella mano sinistra un grande libro chiuso. In testa porta la mitra, mentre una fluente barba scura gli scende dal mento fin sul petto. La statua, realizzata da Andreas Moroder, riproduce un archetipo del santo che ha goduto di molta fortuna nel corso dei secoli. Sulla base della statua si leggono due iscrizioni: una scolpita con la dicitura A MEMORIA PERENNE DI / EMANUELE MAINO / 1944-2002 e un'altra sotto forma di targhetta con l'indicazione dell'autore SCULTORE - BILDHAUER / MORODER ANDREAS / VIA RASCIESA - STR. 53 / 39046 ORTISEI - ST. ULRICH / TEL. - FAX 0471/798110.
La chiesa di sant'Agostino sorge al di fuori di quella che fu l'antica cinta muraria che difendeva la città. Essa venne edificata sull'area della cadente cappella dedicata a san Bartolomeo, un edificio religioso che fu concesso ai padri agostiniani nel corso del XVI secolo dai maggiorenti della città. La data 1570 e lo stemma cittadino leggibili sull'architrave d'ingresso lo ricordano. La nuova chiesa fu inizialmente intitolata a santa Maria del Popolo e solo successivamente ad Agostino. I frati eressero contemporaneamente anche l'annesso monastero. In seguito alle dismissioni dei conventi volute dalle leggi napoleoniche, confermate con l'Unità d'Italia, il convento cessò d'esistere e venne trasformato in mattatoio comunale.
La facciata attuale della chiesa si presenta incompleta e conserva l'antico portale cinquecentesco. Il disegno architettonico tuttavia rivela stilemi barocchi, conseguenza dei rifacimenti settecenteschi, in particolar modo nei pilastri compositi con capitelli corinzi e nella profonda grande finestra alla cui base poggia un elemento decorativo a conchiglia. L'interno si presenta a croce greca e conserva numerose lapidi sepolcrali di famiglie nobili cittadine che nutrivano un legame con l'ordine agostiniano. Lungo la navata si susseguono altari settecenteschi riccamente adornati con marmi policromi di scuola napoletana. Alquanto eleganti sono quelli posti lateralmente all'ingresso, inquadrati da alzate in stucco che fanno da cornice ai dipinti settecenteschi che raffigurano San Nicola da Tolentino, in quello di destra, e la Madonna della Provvidenza, in quello di sinistra.
Successivamente troviamo la cappella di Santa Maria della Sanità che venne fatta costruire dalla nobile famiglia Filo, i cui stemmi sono riconoscibili sul pavimento in maiolica eseguito da maestranze napoletane nel 1750, sia ai lati dell'altare marmoreo: qui al centro dell'alzata, si conserva in stucco policromo, l'antica effige seicentesca nobiliare di famiglia. Nella cappella di destra è collocata una tela seicentesca, caratterizzata da stilemi che sono propri della Controriforma, dove sono raffigurate la Vergine e Sant'Anna che presentano Gesù Bambino a Sant'Agostino.
Sull'altare maggiore è collocato in alto al centro, la tela settecentesca raffigurante Sant'Agostino che versa l'acqua della Sapienza a Santi e Padri della Chiesa, mentre nella nicchia a sinistra trovasi la statua in pietra policroma di San Paolo eseguita da maestranze pugliesi nel 1633.
Accanto alla chiesa sorgeva il convento dei padri agostiniani, situato fuori le mura della città. Fu fondato verso l'anno 1541. Gli ambienti furono distribuiti intorno ad un chiostro per esigenze sia funzionali che simboliche, poichè era il punto di convergenza e di movimento da un ambiente all'altro ma anche di sosta e di meditazione. A nord si trovava la Chiesa, esattamente in direzione della stella polare, che è il centro e il perno della volta celeste, e come tale voleva essere l'elemento forte dell'intera struttura monastica. A est si collocava la sala capitolare, in quanto l'oriente è il luogo da cui sorge il sole; a sud si trovava il refettorio, dato che i monaci vi si recavano a metà giornata (il mezzogiorno solare) e lì si dedicavano al nutrimento del corpo oltre che dello spirito. A ovest era ubicato il dormitorio, luogo dove i monaci potevano riposare, nella direzione del sole che tramonta.
All'inizio del Settecento il monastero divenne una casa regolare di noviziato con 12 novizi. Le prime modifiche alla struttura del monastero avvennero probabilmente in concomitanza con la prima battaglia di Bitonto del 25 maggio 1734. Questa battaglia si colloca nel contesto della Guerra di successione polacca e permise agli spagnoli di impossessarsi del Regno di Napoli a discapito degli Austriaci. L'esercito tedesco con quasi 40.000 uomini occupò Altamura, e molti dei conventi cittadini furono occupati per alloggiare i soldati. Nel 1794, come attesta la data incisa sul portone, il chiostro del monastero fu ingrandito ed abbellito con una torretta. Sorse inoltre una nuova ala. Questi cambiamenti, ancor oggi ben visibili, hanno modificato l'assetto del chiostro, chiudendo il portico e creando una espansione volumetrica verso l'alto. Dopo il 1808, con gli editti eversivi promulgati da Gioacchino Murat, tutti i conventi del Regno di Napoli, compreso anche quello agostiniano di Altamura, furono aboliti e i loro beni furono acquisiti dalla Municipalità.