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Sant'Agostino e santa Monica
SCHMALZ TIMOTHY
2000
Kitchener, Ontario, Canada, proprietà dell'artista
Sant'Agostino e santa Monica
Timothy Schmalz è uno scultore canadese che ha al suo attivo la produzione di numerose statue in campi diversissimi ma dal 2006 ha iniziato a occuparsi in modo specifico di immagini e cultura celtica. Le storie e le credenze dell'Europa del nord hanno ispirato Schmalz nel dare nuove forme e nuove rappresentazioni di questa antica cultura. Le sue opere sono realizzate nel tradizionale stile figurativo e con materiali classici: legno, pietra e argilla. Le sue opere esprimono la ricchezza del patrimonio europeo e allo stesso tempo ritraggono la bellezza della forma umana e della natura.
Nato a Elmira, nella regione dell'Ontario in Canada nel 1969, Schmalz ha cominciato a scolpire all'età di 18 anni. Dopo aver lasciato l'Ontario ha frequentato il College of Art and Design ed è diventato ben presto apprendista di scultori professionali nel territorio di Toronto. La sua arte è stata ed è ancora molto influenzata dagli artisti del Rinascimento. Dopo aver realizzato sculture in bronzo esclusivamente per i grandi monumenti pubblici e centinaia di opere per l'arredamento di chiese cristiane, Schmalz ha deciso affinare il processo di creazione di sculture in legno e pietra, nella convinzione che questa metodologia di lavoro gli offre una nuova sfida che potrebbe portare ad una nuova forma di scultura. All'età di 40 anni, pur continuando a creare alcune delle più grandi opere in bronzo commissionate nel Nord America, Schmalz si è occupato con entusiasmo a questa nuova attività e all'allestimento di mostre. La maggior parte del suo nuovo lavoro esprime la mitologia delle tradizioni antiche germaniche e celtiche.
Nella scultura qui proposta, che appartiene al suo genere religioso, l'autore propone una personale raffigurazione dell'intimo rapporto di spiritualità e fede che accomuna Agostino e la madre Monica. La mamma si affaccia alle spalle del figlio e con le braccia allargate sulle spalle sembra rincuorarlo e nello stesso tempo proteggerlo. Dal canto suo Agostino, dal viso molto giovanile, quasi da adolescente, è impegnato a risolvere una sua questione. La compattezza psicologica e affettiva delle due figure trova un felice connubio con la leggerezza e la dinamicità delle forme e dei panneggi che assicurano un gradevolissimo movimento all'intera scena.
Presso Ostia Tiberina mia madre morì. Non tralascerò i pensieri che partorisce la mia anima al ricordo di quella tua serva, che mi partorì nella carne a questa vita temporale e col cuore alla vita eterna. Tu la creasti senza che neppure il padre e la madre sapessero quale figlia avrebbero avuto: l'ammaestrò nel tuo timore la verga del tuo Cristo.
AGOSTINO, Confessioni 9, 8, 17
Cose del genere dicevo, se non in questo modo e con queste parole: però tu lo sai, Signore, che quel giorno, mentre così ragionavamo e fra una parola e l'altra il mondo si sviliva ai nostri occhi con tutte le sue gioie, lei, mia madre, disse: "Per quanto mi riguarda, figlio mio, non trovo più piacere in questa vita. Che cosa faccia ancora qui e perché ci sia non so, ora che la speranza terrena è consumata. C'era una sola cosa per cui desideravo di restare ancora un poco in questa vita, ed era di vederti cristiano cattolico prima di morire. M'ha dato a iosa, anche di più, il mio Dio: di vederti addirittura disprezzare la fortuna terrena per servirlo. Cosa sto a fare qui?"
AGOSTINO, Confessioni, 9, 10, 26