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PITTORI: Scuola di Tunisi

Battesimo di Agostino

Battesimo di Agostino

 

 

SCUOLA DI TUNISI

2000 circa

Tunisi, cattedrale di S. Vincenzo

 

Battesimo di Agostino

 

 

 

 

La cattedrale di san Vincenzo a Tunisi conserva pregevoli opere d'arte che descrivono l'iconografia agostiniana. Le immagini della serie di grandi affreschi che si trovano nel coro e le splendide vetrate laterali si sono arricchite recentemente di un nuovo capolavoro, opera dell'artigianato locale tunisino, che conserva ancora oggi la maestria dei grandi mosaicisti romani e bizantini.

La scena riprende un motivo piuttosto noto nella iconografia agostiniana e cioè il battesimo del santo ad opera di sant'Ambrogio. L'impostazione dell'opera è semplice e richiama la struttura di analoghe tavole medioevali, in particolare quella conservata in Vaticano, relativa al ciclo di Nicolò di Pietro. Agostino è immerso nel fonte battesimale, nudo e con le mani poste a croce sopra il petto.

Il capo è dolcemente reclinato in attesa di ricevere il battesimo da Ambrogio, la cui figura imponente ma benevola lo sovrasta con l'imposizione dell'acqua con la mano sinistra. Il mosaico è arricchito da una magnifica pavimentazione. Di dimensioni notevoli (1 m x 2 circa), è posto sul muro della navata laterale di destra.

 

A casa di un amico Ponticiano, questi gli aveva parlato della vita casta dei monaci e di s. Antonio abate, dandogli anche il libro delle Lettere di S. Paolo; ritornato a casa sua, Agostino disorientato si appartò nel giardino, dando sfogo ad un pianto angosciato e mentre piangeva, avvertì una voce che gli diceva "Tolle, lege, tolle, lege" (prendi e leggi), per cui aprì a caso il libro delle Lettere di S. Paolo e lesse un brano: "Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri" (Rom. 13, 13-14).

Dopo qualche settimana ancora d'insegnamento di retorica, Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, l'attuale Cassago Brianza, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti. Nella Quaresima del 386 ritornarono a Milano per una preparazione specifica al Battesimo, che Agostino, il figlio Adeodato e l'amico Alipio. Il giorno di Pasqua Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.

 

Giunto il momento in cui dovevo dare il mio nome per il battesimo, lasciammo la campagna e facemmo ritorno a Milano. Alipio volle rinascere anch'egli in te con me. Era già rivestito dell'umiltà conveniente ai tuoi sacramenti e dominava così saldamente il proprio corpo, da calpestare il suolo italico ghiacciato a piedi nudi, il che richiede un coraggio non comune. Prendemmo con noi anche il giovane Adeodato, nato dalla mia carne e frutto del mio peccato. Tu l'avevi ben fatto. Era appena quindicenne e superava per intelligenza molti importanti e dotti personaggi.

AGOSTINO, Confessioni 9, 6, 14