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PITTORI: Pietro Villa

Particolare del volto di Sant'Agostino in una moderna definizione della Recovery Art

Particolare del volto di Sant'Agostino in una moderna definizione della Recovery Art

 

 

PIETRO VILLA

2018

Cassago, Parco di Via Visconti

 

Agostino di Ippona

 

 

 

Domenica 27 maggio 2018 è stata inaugurata una statua dedicata alla memoria di Agostino, posizionata all'ingresso del paese lungo Via Visconti presso il parco annesso al cimitero di Cassago. L'opera, dell'artista Pietro Villa, è stata realizzata secondo i canoni della Recovery Art.

L'autore Pietro Villa ha spiegato, durante la cerimonia, quali valori hanno ispirato la realizzazione della sua opera d'arte. Grato a Cassago perché «tiene alti certi valori», ha spiegato che si esprime con lo stile della Recovery Art, ovvero l'arte di recuperare le cose che il consumismo continuamente spreca per dar loro una vita nuova ed affascinante. Niente cose antiche e vecchie, morte nel loro uso, ma oggetti che la società dell'uso e consumo getta con lo scopo di ridargli una nuova vita, ovviamente con creatività. Sebbene poco richiesta, l'artista ha spiegato che la scultura religiosa è quella che lo attrae maggiormente e gli permette di esprimere la sua inclinazione. L'arte moderna – ha concluso - segue le follie del momento, la mancanza di riferimenti, dove tutto è casuale nella quotidianità, senza pensare al trascendente come sant'Agostino».

La statua presenta una grande ricchezza di simboli: il volto del santo esprime la fierezza africana di un grande ricercatore della Verità, quasi fosse un guerriero, come direbbe san Paolo, pronto a combattere per la propria fede. Due sono le scritte: La citazione, in latino, ai piedi della statua è tratta dal libro IX delle Confessioni quando Agostino ricorda il suo soggiorno a Cassago nella villa di campagna del suo amico Verecondo: Grazie a te, Dio nostro! Noi siamo tuoi, lo attestano le tue esortazioni e poi le tue consolazioni, perché, fedele alle promesse, tu rendi a Verecondo, in cambio della sua campagna di Cassiciaco, ove riposammo in te dalla bufera del secolo, l'amenità del tuo giardino dall'eterna primavera. Sì, gli hai rimesso i peccati sulla terra, ponendolo sul monte pingue di cacio, il tuo monte, monte ubertoso. La seconda ricorda un pensiero forte di Agostino: È meglio pensare a Dio piuttosto che parlare di Lui. E meglio è Lui ancora di quello che si pensa. Il cerchio che sta alla base della statua, dove trova alloggio una colomba simbolo di pace, vuole esprimere la fonte del bene che zampilla e assumendo la forma a spirale di una scala sale verso l'alto a formare un cerchio più piccolo nelle mani di Agostino. Qui il santo riceve e riversa il suo amore, simbolicamente raffigurato nel cuore che si dilata e si apre verso il mondo.

il parroco don Giuseppe Cotugno benedicendo la statua ha formulato l'auspicio «che quest'opera ci aiuti oggi ad andare oltre il mistero della Trinità per chi ha lo sguardo credente sulla vita. Io penso ci ricordi che le diversità sono una ricchezza, ma nella misura in cui diventano unità, comunione. Questo penso valga anche per noi nelle nostre realtà parrocchiali, nelle associazioni, nei movimenti: una diversità che diventa comunione, ma penso anche che dia uno sguardo differente sulla vita per la società civile. Allora con l'aiuto di Sant'Agostino chiediamo proprio questo sguardo capace di valorizzare le differenze nell'unità e nella comunione».