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PITTORI: Maestro di Arcachon

Santa Monica

Santa Monica

 

 

MAESTRO DI ARCACHON

1900

Arcachon, chiesa di san Ferdinando

 

Santa Monica

 

 

 

Questa luminosa vetrata che raffigura santa Monica, la madre di Agostino si trova nella chiesa san Ferdinando ad Arcachon.

Questa chiesa venne edificata in stile neo romanico nel quartiere dei pescatori nel 1855 sull'area di una precedente cappella grazie ai buoni uffici del cardinale Ferdinando Donnet allora arcivescovo di Bordeaux.

La architettura della chiesa è molto semplice, tuttavia l'edificio è legato significativamente alla storia della città grazie ad un memorabile aneddoto. Si racconta che nell'anno 1857 che Alphonse Lamarque de Plaisance primo sindaco di Arcachon assistette alla inaugurazione della campana della chiesa dove il fonditore aveva inciso un motto in latino: «nox heri, hodie aurora, cras lux» e cioè "ieri la notte, oggi l'aurora e domani la luce".

Quando il primo cittadino lesse la frase ne trasse ispirazione per dettare un motto per la città, che riscrisse in questi termini: «heri solitudo, hodie civus, cras civitas» e cioè "la solitudine ieri, oggi il quartiere e domani la città".

In poche parole sintetizzò la storia della città.

La scritta ai piedi della vetrata chiarisce quale sia la santa raffigurata: Sainte Monique, la madre di Agostino.

La santa ritta in piedi tiene in mano un foglio aperto che mostra allo spettatore. Monica ha il capo velato e un nimbo che le avvolge il viso. Il suo aspetto è aggraziato e composto in una silenziosa armonia.

 

La madre di Agostino viene spesso raffigurata nell'iconografia agostiniana, da sola o assieme al figlio. Ella partecipa a scene fondamentali, come l'estasi di Ostia, la partenza da Cartagine o il soggiorno milanese e poi a Cassiciaco. La ritroviamo ancora assieme ai monaci ed ella stessa monaca o vestita da monaca mentre illustra la regola agostiniana nella versione femminile. Toccanti sono pure le scene che la vedono in azioni caritative. Con Agostino lasciò Milano diretta a Roma, e poi a Ostia, dove affittarono una casa, in attesa di una nave in partenza per l'Africa. Fu un periodo carico di dialoghi spirituali, che Agostino ci riporta nelle sue Confessioni. Lì si ammalò, forse di malaria, e in nove giorni morì, all'età di 56 anni. Drammatiche e toccanti sono le rappresentazioni della sua morte a Ostia. Di lei Agostino offre una biografia stupenda nella parte finale del libro IX delle Confessioni.

 

Finalmente guadagnò a te anche il marito, già quasi al limite estremo della vita temporale: e in lui che ormai era credente non rimpianse ciò che aveva tollerato nel miscredente. Era poi la serva dei tuoi servi. Chi di loro l'aveva conosciuta, in lei rendeva lode e onore e amore a te, sentendo nel suo cuore la tua presenza, testimoniata dai frutti di una vita consacrata a te. Era stata la moglie d'un solo uomo, aveva reso ai genitori il bene ricevuto, aveva retto con devozione la sua casa, a testimonio aveva le sue buone opere. Aveva allevato dei figli, partorendoli di nuovo ogni volta che li vedeva allontanarsi da te. Infine di tutti noi, Signore, che possiamo per tuo gratuito favore dirci servi tuoi, e ricevuta la grazia del tuo battesimo vivevamo già in una nostra comunità, al tempo in cui ancora lei non s'era addormentata in te, di tutti noi si prese cura quasi fossimo tutti figli suoi, e quasi fosse figlia di noi tutti ci servì.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 22

 

Riposi dunque in pace con l'uomo di cui fu sposa, il solo di cui lo fu, e che servì portandoti il suo frutto con pazienza, per guadagnare anche lui a te. E tu ispira, mio Signore e Dio mio, ispira tu i tuoi servi e miei fratelli, i tuoi figli e padroni miei, che io servo col cuore e la voce e la penna: e ogni volta che leggeranno queste pagine si ricorderanno davanti al tuo altare di Monica, tua ancella, con Patrizio che fu un tempo suo sposo. Attraverso la loro carne mi hai fatto entrare in questa vita - come, non so. Con devozione si ricorderanno di loro: genitori miei in questa luce provvisoria, e miei fratelli in te che ci sei Padre e nella madre cattolica, e miei concittadini nella Gerusalemme eterna, a cui sospira il tuo popolo lungo tutto il suo cammino dall'inizio al ritorno. Così sia meglio appagato in virtù di queste confessioni il suo estremo desiderio: lo sia nella preghiera di molti, piuttosto che nella mia soltanto.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 37