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PITTORI: Bodini Floriano

Sant'Agostino e il mistero della Trinità

Il mistero della Trinità in Agostino: il fanciullo in riva al mare di Floriano Bodini

 

 

BODINI FLORIANO

1986

Casciago, Parco comunale

 

Il fanciullo sulla spiaggia

 

 

 

Lo scultore Bodini, che appartiene alla corrente del "realismo esistenziale", ha prodotto questa originale scultura nel 1986 per il Comune di Casciago. L'opera, piuttosto massiccia, richiama la leggenda medioevale del fanciullo su una spiaggia che cerca versare in una buca tutta l'acqua del mare. Agostino, che Bodini non ha rappresentato, lo avrebbe ripreso spiegandogli l'impossibilità di una tale iniziativa.

Al che il fanciullo avrebbe ribattuto ad Agostino che sarebbe stato impossibile anche per lui comprendere la natura della Trinità divina. L'opera di Bodini è stata realizzata nell'ambito delle celebrazioni agostiniane del 1986.

 

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del problema del Bene e del Male, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo. Altri aggiungono che forse il colloquio non si sarebbe svolto esattamente come è stato raccontato, perché, prima di sparire, il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, in quanto - avrebbe obiettato - il mare e i misteri di Dio sono due realtà assai diverse.

Pur impossibile, sarebbe stato teoricamente verosimile immaginare il versamento del mare in una buca e allora allo stesso modo si sarebbe potuto supporre che i misteri divini avrebbero potuto entrare in un cervello umano adatto allo scopo e se l'uomo non aveva ricevuto una mente con tali qualità la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i suoi misteri fossero concepiti dall'uomo, per lasciarlo nell'ignoranza e nel dubbio più atroci.

"Perché Dio non vuole essere capito?" avrebbe domandato il Santo al pargolo divenuto improvvisamente pensieroso. "Te lo dimostro subito" rispose il bambino dopo un momento di perplessità e così, mentre parlava, con il secchiello divenuto improvvisamente grandissimo e mostruoso, in un sol colpo raccolse l'acqua del mare, prosciugandolo, e la pose nella buca, che si allargò a dismisura fino ad inghiottire il mondo. A quella vista il Santo si svegliò con le lacrime agli occhi e capì.

 

Floriano Bodini

Floriano Bodini (Gemonio, 8 gennaio 1933 - Milano, 2 luglio 2005) è stato uno fra i più apprezzati scultori italiani del Novecento. Concluso il Liceo Artistico, Bodini frequenta l' Accademia di Brera, sotto la guida di Francesco Messina. Negli anni Cinquanta con Guerreschi, Vaglieri, Romagnoni, Ceretti, Ferroni e Banchieri, fa parte del gruppo milanese di giovani artisti definito Realismo Esistenziale. Le sue opere esprimono il disagio e l'inquietudine dell'esistenza, in particolar modo nei ritratti, di grande forza espressiva e drammaticità. Nel 1962 è invitato alla XXI Biennale d'Arte di Venezia e vi espone sette opere. Nel 1968 espone la scultura "Ritratto di un Papa" in legno di cirmolo che suscita enorme interesse ed è poi collocata nei Musei Vaticani. Insegna giovanissimo al Liceo Artistico a Brera e all'Accademia di Carrara, di cui è direttore fino al 1987, mentre dal 1991 al 1994 ne è presidente. Lascia l'insegnamento a Carrara per assumere la cattedra di scultura al Politecnico di Architettura di Darmstadt dal 1987 fino al 1998. A partire dal 1970, dopo il legno e il bronzo, la sua ricerca si allarga all'uso del marmo, materiale essenziale per il ciclo delle grandi opere pubbliche, che inizierà negli anni Ottanta. Lavora prima negli studi di Carrara, poi di Viggiù. Muore nel 2005.