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PITTORI: Moreno Bondi

Conversione di sant'Agostino

Conversione di sant'Agostino

 

 

MORENO BONDI

1997

Roma, chiesa di Gesù e Maria

 

Conversione di sant'Agostino

 

 

 

L'opera si trova nella cappella dedicata al Servo di Dio fra Luigi Chmel (1913-1939) un agostiniano scalzo che qui ha trovato sepoltura. Soggetto del quadro è la conversione di Agostino, che qui viene rivisitata dall'autore in chiave moderna alla luce dei suoi protagonisti: Agostino in primis, al centro della composizione, e poi Ambrogio e Monica. Un angelo che dispiega le sue infinite ali completa e unisce le varie componenti dell'opera. La pratica scultorea dell'autore ha contribuito in questo caso a dare vigore alla materia, alla fisicità e alla spazialità. Questo linguaggio plastico è costantemente presente nelle sue opere pittoriche. Agostino è stato raffigurato come vescovo maturo d'età, con in mano una penna nell'atto di scrivere.

 

Nei volumi manoscritti degli archivî vaticani, intitolati Stato temporale delle chiese di Roma e che furono compilati tra il 1660 e il 1662, troviamo le seguenti notizie: "Questa chiesa e convento sono situati in faccia alla chiesa di s. Giacomo degli Incurabili, risponde dall' altra parte alla via Paolina o del Babuino, a destra ha il Vicolaccio e a sinistra la strada Orsina. Questo luogo fu comprato di frati Eremitani Scalzi di S. Agostino dall'eccm̃o don Giovanni Antonio Orsini con licenza di Paolo V come per breve 24 ottobre 1615 apud s. Mariam Maiorem l'anno 14 del suo pontificato. Il campanile è piccolo e contiene solo due campanelle. Ha 6 cappelle ed altrettanti altari con 6 sepolture, una con lapide ed iscrizione di monsignor Giulio del Corno, una a piedi della scalinata dell' altar maggiore del wuondam mons. Firentinelli, una del quondam D. Horatio Longhi e della signora Olimpia sua sorella, un altro del quondam D. Matteo Boselli, et altre sparse per la chiesa di diversi che sono sepolti nelle loro casse sotto terra senza sepoltura cavata. "Il monastero possiede case, annui censi, luoghi de' monti, crediti etc. con un' entrata di scudi 748." Questa chiesa fu architettata da Carlo Maderno, ma la facciata è del Rainaldi, concorrendo alla spesa mons. Giorgio Bolognetii. L'interno è assai ricco di marmi e stucchi.

Questa chiesa de' Padri Eremitani Scalzi di s. Agostino fu fabbricata da Carlo Milanese architetto, e finita con la facciata dal cav. Rainaldi. In oggi la chiesa col mezzo di copiose limosine de' sigg. Bolognetti, e con l' architetto del detto Rainaldi è incrostata tutta di pietre mischie di valore, con stucchi dorati, sculture ne' sepolcri, pitture, e di ricchi ornamenti da per tutto. La cappella maggiore è riuscita fra le più singolari, e nobili architetture del Rainaldi, pure a spese di monsig. Bolognetti. Il primo sepolcro a mano destra, entrando, che è del canonico del Corno, è disegno, e scultura di Domenico Guidi, che v'ha rappresentato la Morte, ch'ha rapito, e porta il ritratto del canonico con due Angioletti, che smorzano due fiaccole, il tutto di marmo, opera degna d'esser la prima delle belle cose, che si vedono in questa chiesa. Nella prima cappella è il Crocifisso, e da una parte dipinta la Maddalena, opera di buon gusto. Segue uno de' sepolcri de' sigg. Bolognetti co' loro ritratti, ed altre figure scolpite in marmo da Francesco Aprile. La seconda cappella ha il quadro con s. Nicola, pittura di Basilio Francese. Altri dicono di Gio. Carboni allievo del Camassei. Ed il sepolcro, che segue per di fuori con altri ritratti di marmi, e sculture, è fatica del Cavallini. Nella terza il s. Antonio abate è di Girolamo Pesci. Nella cappella maggiore è il quadro dipinto dal cav. Giacinto Brandi. In due nicchie da' lati è s. Gio. Batista, statua di marmo, lavoro di Giuseppe Mazzoli Senese: e s. Gio. Evangelista è del medesimo; e per di sopra de' quattro Angioli quelli, che reggono il Mondo, sono di Paolo Naldini Romano; gli altri di Francesco Cavallini. In sagrestia il quadro dell'altare con la Concezione, e tre nella volta sono del Lanfranco. L'altre pitture son del Padre Matteo di s. Alessio Palermitano, e frate di quel convento. Segue, la cappella dall'altro lato, la cui tavola è pittura del De Alessandris con altro sepolcro del detto Cavallini, pur con altri ritratti de' sigg. Bolognetti. L'altra cappella con diverse storie a fresco di Maria Vergine, e s. Giuseppe, col quadro a olio, dove si vede effigiata sopra le nuvole la Madonna col Bambino, e san Giuseppe, sono pitture di Giacinto Brandi; ed il sepolcro contiguo con sculture di marmo è di Monsù Michele Maglia. Le pitture tutte della cappella, che segue, dove è il quadro dell'altare con s. Tommaso di Villanova, che fa elemosine, sono lavori di Felice Ottini, allievo del detto Brandi; e l'ultimo sepolcro, dove è figurato in marmo il Tempo con due Angioli, e per di sopra altri due, che portano un medaglione col ritratto del sig. Giulio del Corno, è opera d'Ercole Ferrata. Sopra alli detti sepolcri si vedono altrettante nicchie, dove sono statue di stucco, che alludono alla santissima madre di Gesù Cristo. La prima a mano destra della porta, che va in chiesa, è del Cavallini, e il deposito sotto di Domenico Guidi; l'altra di Lorenzo Ottone, e il deposito a basso di Francesco Aprile; e quella che segue, e il deposito è pure del Cavallini: dall'altra parte, continuando il giro, condusse la prima il detto Monsù in cui; la contigua, l'Ottone, e l'ultima dall'altro lato della porta suddetta, il medesimo Michele Maglia. La volta della chiesa è del cavalier Brandi: li stucchi, nell'entrare a mano destra, sono di Gramignoli; e a mano sinistra, del medesimo Monsù Michele. Una Madonna, che porge un cuore a s. Agostino, che è nel coro, è opera di Gio: Antonio Lelli, ch'aveva altri quadri di suo appesi ne' tempi addietro, d'ogn'intorno della chiesa. Altri dicono, ch'è del Feti (non Ferri) scolare del Cigoli."

 

 

Moreno Bondi

Nasce a Carrara nel 1959 e matura la suia esperienza artistica in Toscana. Bondi studia l'arte di Michelangelo, Caravaggio, Guercino e si dedica allo studio dei materiali e degli equilibri formali e compositivi delle opere del passato. Approfondisce lo studio delle tecniche scultoree con il Maestro Floriano Bodini. Terminati gli studi, Bondi si dedica alla ricerca delle tecniche pittoriche, attraverso l'interpretazione dei manuali antichi e la sperimentazione delle formule originarie dei colori usati tra Rinascimento e Seicento. Nel 1987 Bondi diventa titolare della cattedra di Tecniche Pittoriche presso l'Accademia di Belle Arti, prima a Carrara, poi, dal 1999, a Roma. Fra le sue principali personali si ricordano: nel 2000 alla Ken's Art Gallery, Firenze; nel 2001 Aforismi, a Palazzo Caselli, Carrara; nel 2003 L'ombra scolpita, nel trecentesco Chiostro di San Francesco di Iglesias; nel 2004 Accordi di luce, presso il Teatro Lirico di Cagliari. Nell'estate 2005 è protagonista dell'esposizione La caduta degli dei, a cura di Gabriele Perretta, presso Villa La Colombaia di Luchino Visconti ad Ischia. Partecipa inoltre a diverse esposizioni collettive in Italia, fra cui nel 1999, in occasione della mostra dedicata alla storica figura di Beatrice Cenci. All'estero espone presso la Biblioteca di Alessandria d'Egitto (Cleopatra fra storia e mito, 2002), a Il Cairo (Aknatou Gallery, 2003) e presso il Museum Catharijneconvent di Utrecht (2004). Per collezioni pubbliche realizza una serie di opere destinate all'Ufficio del Ministro per gli Affari Sociali (1996, Roma); un Trittico con Pala d'Altare per la seicentesca Chiesa di Gesù e Maria a Roma (1997), su commissione della Curia Generalizia dell'Ordine degli Agostiniani Scalzi; il Ritratto del Cardinal Marchisano (1998), ora in Vaticano; un'importante opera dedicata all'olocausto (Se questo un uomo, 2001) per la sala Consiliare del Comune di Carrara; varie opere destinate all'Ufficio dell'Assessore al Turismo della Regione Autonoma Sardegna (2003, 2004); una tela, Accordi di luce, per la Pinacoteca Comunale di Forlì (2005).