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PITTORI: Remo Brindisi

Sant'Agostino vescovo a Gelsenkirchen

Sant'Agostino vescovo

 

 

REMO BRINDISI

1986

Seregno, Collezione Civica del Comune di Seregno

 

Sant'Agostino

 

 

 

 

Autore di grido del Novecento, Remo Brindisi (1918-1996) si è cimentato in una bella interpretazione di Agostino, figura certamente stimolante per un artista. In questa ceramica serigrafata, 13x26 cm, il pittore propone un Agostino molto meditativo e mistico. Il viso emaciato reclinato sulla spalla sinistra rafforza un senso di abbandono e di accettazione della volontà divina, vissuta con maturità e saldezza di spirito. I vestiti e i panneggi portano verso l'alto a considerare, in ogni caso, l'espressione del viso così intensa e così forte. Agostino ha i capelli lunghi, una folta barba, è anche un poco stempiato e non veste i soliti vestiti vescovili. Tutto sembra riportare a una visione interiore che domina l'animo del santo. Remo Brindisi fu pittore e incisore italiano (Roma 1918 - Lido di Spina 1996).

Dopo le prime prove degli anni trenta, nel dibattito italiano seguito al conflitto mondiale, Brindisi si accostò dapprima al Postcubismo, per poi schierarsi con la tendenza realista e approdare, all'inizio degli anni sessanta, ad una figurazione fortemente individuale, in rapporto con le esperienze della Nuova figurazione. Le opere sulla Resistenza e la vicenda italiana del fascismo (1958-61), con scene popolate di maschere tese e urlanti, ben rappresentano la sua posizione, realista per scelta del soggetto ed espressionista per esasperazione formale.

Dopo questa serie, che comprende Uccisione di Matteotti, Fucilati di Verona, Piazzale Loreto, Ultima notte, la tragedia si farà più universale, con volti che affiorano bluastri da atmosfere notturne: Gruppo di famiglia, Oppositori, Complotto di potere, Aquila colpita, Fratello contro fratello (1984). Brindisi è stato presidente della Triennale di Milano, direttore dell'Accademia di Belle arti di Macerata e ha fondato il museo che porta il suo nome a Lido di Spina. La connotazione politica e impegnata perdura negli anni; l'impegno sociale dei temi trattati viene svolto con una figurazione dai toni allucinati e surreali nell'identificare la violenza umana con l'orrido e col mostruoso.

 

Il santo viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6