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Il vescovo Ambrogio incontra Agostino
CALVELLI ETTORE
1912-1997
Collezione Privata
Il vescovo Ambrogio incontra Agostino
L'opera di Calvelli è un bozzetto per la realizzazione di una medaglia. Due sono le figure centrali del bozzetto. Sulla destra appare abbastanza nitida e contraddistinta la figura paterna del vescovo milanese Ambrogio che apre le braccia ad accogliere il giovane africano Agostino. Questi, visto di spalle, con il viso dai contorni indefiniti si appoggia all'anziano vescovo quasi con affetto filiale. la due grandi mani di Ambrogio, ben evidenziate segnano l'accoglienza che Agostino ricevette a Milano sia dal vescovo Ambrogio sia dall'intera Chiesa milanese che seppe condurlo sulla via del battesimo. L'ovale riporta in alto la dicitura sant'Ambrogio con sant'Agostino.
Calvelli, nato a Treviso nel 1912, ha svolto a Milano una intensa attività d'insegnante presso la scuola di Brera e presso un Istituto d'Arte privato. Sei volte presente alla Biennale di Venezia, ha esposto più volte alla Quadriennale di Roma ed ha tenuto mostre personali in numerose città italiane e straniere.
Alla Galleria d'Arte Moderna del Vaticano ha 26 opere; è presente con 12 medaglie «dantesche» (esposte alla Biennale di Ravenna) al Museo d'Arte Sacra di S. Marco, a Venezia. Risale al 1946 la «Madonna del Mantello» esposta in quell'anno all'Angelicum, ora presso il Seminario di Brescia. Nel 1976 ha realizzato quattro medaglie per l'ONU. Sue opere sono nel Museo Parrocchiale di Ponte di Legno, nella chiesa di Paia (120 medaglie inserite nelle porte), nel convento francescano del Tonale (50 medaglie). Muore a Ponte di Legno (Brescia) nel 1997.
A Milano incontrai il vescovo Ambrogio che dispensava continuamente al popolo la sostanza del tuo frumento, la letizia del tuo olio e la sobria ebbrezza del tuo vino. A lui ero guidato inconsapevole da te, per essere da lui guidato consapevole a te.
AGOSTINO, Confessioni 5, 13, 23
Era allora vescovo di Milano Ambrogio.
JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea
Il grande incontro tra Ambrogio e Agostino, l'ex funzionario romano nato in Germania (Treviri) ed eletto vescovo per volere del popolo e dello stesso potere imperiale che voleva Milano, città importantissima e sede dell' imperatore, ben presidiata da uno dei migliori funzionari dell' impero, ed il giovane retore africano, uno degli incontri più densi di significato e di conseguenze della storia, non avviene a Milano per caso.
«Et veni Mediolanum ad Ambrosium episcopum», venni appositamente a Milano per ascoltare il vescovo Ambrogio, scriverà Agostino, ritornato nella sua Africa, segnato indelebilmente da Milano e da Ambrogio. E quando nell' anno della morte (430 d.C.) Agostino, vescovo d' Ippona, visse l'ultima estate della sua vita nella sua città stretta d'assedio dai Vandali, fu nel ricordo degli assedi della chiesa di Milano e degli inni di Ambrogio che Agostino, insieme al suo popolo minacciato dalla grande violenza e ferocia dei Vandali, ripeté quei canti nella chiesa d' Ippona. Una mostra che sollecita continue suggestive analogie tra l' ieri e l' oggi e che ci aiuta anche a riflettere sull' autonomia culturale milanese, che si manifesta anche nella liturgia e negli inni sacri. «A Roma seguano le loro usanze; a Milano si fa così» dirà Ambrogio.
Ed è forse anche per questo che il grande vescovo è ancora così presente tra noi. Ambrogio tratterà il giovane Agostino con un certo distacco, ma anche con una profonda attenzione. Agostino inventerà un neologismo per descrivere il modo con cui fu accolto: «episcopaliter». E quell' incontro milanese lo segnerà per sempre.