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PITTORI: Pietro Cambianica

Sant'Agostino scrive libri e trattati

Sant'Agostino scrive libri e trattati

 

 

CAMBIANICA PIETRO

1911

Adrara san Rocco, chiesa dei Morti in località Bondo

 

Sant'Agostino scrive libri e trattati

 

 

 

Pietro Cambianica dipinse questo sant'Agostino nel 1911 in un ciclo di affreschi per la chiesa dei santi Faustino e Giovita in località Bondo nel Comune di Adrara san Rocco. Questa chiesa trecentesca è meglio conosciuta con il nome della "Chiesa dei Morti di Bondo". Oggi è un rinomato luogo di pellegrinaggio mentre in passato vi vennero seppelliti i morti che secondo la tradizione popolare, operarono dei miracoli.

L'affresco è ancora in buone condizioni di conservazione. Il santo è stato raffigurato all'interno di un tondo mentre è intento a scrivere con una penna su un libro aperto. Agostino è visto di profilo: il suo volto è ancora giovanile e di persona matura. Il suo sguardo è profondo e tutto teso a  portare a termine l'opera che sta eseguendo. Indossa un semplice abito da lavoro, senza alcun apparato liturgico. Solo un'aureola accennata sulla testa ricorda la sua santità. Una folta capigliatura e una barba densa che gli copre il viso conferiscono al volte ancora maggiore profondità. In alto al tondo si legge S. AUGUSTINUS.

L'Agostino delle Confessioni, così come delle sue numerose opere, è anche poeta. Gli studiosi non hanno tralasciato d'illustrare quest'aspetto. " È il suo senso di poesia - scrive uno di essi - che dà alla realtà spirituale un volto ed una voce, alla realtà sensibile un'anima ed un palpito, sicché, mentre la prima viene accostata a noi senza perdere la sua immateriale purezza, la seconda, senza che ne abbiamo la concretezza visibile, ci si fa scala per salire a Dio ".

Ed un altro afferma che tutte le qualità di Agostino scrittore, che furono molte, non spiegano la loro efficacia " se non si tiene conto della grandezza del genio poetico del figlio di Monica ". La poesia è l'espressione più alta delle vibrazioni dell'anima, spesso della mistica. Così fu per Agostino. La sua fu la poesia dell'amore, dell'amicizia, della bellezza, del bisogno di Dio, della speranza; la poesia, per dirla con un sua immagine, d'un " filo d'erba assetato ": " Non abbandonare i tuoi doni - dice egli a Dio -, non disdegnare questo tuo filo d'erba assetato".