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PITTORI: Achille CarnevalE

Agostino Dottore della Chiesa allo scrittoio

Agostino Dottore della Chiesa

 

 

CARNEVALE ACHILLE

1922

Vasto, Cattedrale di san Giuseppe

 

Agostino Dottore della Chiesa

 

 

 

Nel presbiterio della chiesa cattedrale di Vasto, oggi dedicata a san Giuseppe, sono affrescati in quattro riquadri altrettanti santi, fra cui spicca la figura di sant'Agostino. Nella lunetta superiore sta l'immagine a mezzo busto di san Giovanni che con l'indice della mano destra invita il fedele a leggere l'incipit del suo Vangelo.

Nel riquadro sottostante le colonne laterali riportano le diciture S. AUGUSTINUS e DOCTOR in caratteri gotici. Al centro campeggia la figura del santo nelle sue vesti pontificali mentre è intento a scrivere con una penna d'oca su una pagina appoggiata ad un elegante scrittoio di fattura gotica. In testa porta la mitra circondata dall'aureola dei santi ed ha lo sguardo rivolto verso l'alto, quasi cercasse l'ispirazione per quanto va scrivendo. Il volto ha un profilo gentile, di persona matura, con una elegante barba grigiastra. Alcuni fogli di rotoli già scritti pendono da un ripiano dello scrittoio.

Il pittore terminò l'opera nel 1922, come si evince dal cartiglio presente nel dipinto relativo a sant'Agostino, dove si trova scritto su quattro righe: CARNEVA LE DECOR AVIT AN NO 1922. Sulle pareti del presbiterio con Agostino sono raffigurati gli altri Dottori della Chiesa, che hanno illustrato con la loro dottrina la figura e l'opera di S. Giuseppe e cioè Girolamo, Bernardo di Chiaravalle e Francesco di Sales. Nel riquadro superiore dei quattro Santi, sono rappresentati i quattro Evangelisti.

 

Originariamente la chiesa, che apparteneva a un convento agostiniano, era intitolata a sant'Agostino. Fu ridedicata a san Giuseppe durante il decennio di occupazione francese. Il primo impianto risale al XIII secolo, ma la sua struttura architettonica fu modificata e ampliata nel XIX e nel XX secolo. Della chiesa originaria rimane solo una monofora con alcuni conci nel lato nord e dai pochi altri vaghi elementi si può supporre che il coronamento fosse orizzontale. Negli anni ottanta del XX secolo furono distrutte con cariche di dinamite delle opere nel chiostro. L'interno è a navata unica con transetto. Il campanile consta di mura a scarpa. La chiesa Cattedrale di san Giuseppe di Vasto conserva numerose opere d'arte sacra che costituiscono un inestimabile patrimonio che testimonia la trascorsa presenza in città dei padri Agostiniani. Dove ora esiste la chiesa cattedrale, in precedenza sorgeva il convento degli Eremitani di S. Agostino, nell'antica contrada detta del "Palazzo". Questo edificio, dimora dal capitano di ventura Giacomo Caldera, signore del Vasto, venne donato ai monaci il 24 febbraio 1300 da Carlo II D'Angiò.

Gli agostiniani erano già a Vasto dagli inizi del Trecento ed il monastero era dedicato a santa Margherita, di cui, fino al 1759, si celebrava la festa. L'8 dicembre 1593, in occasione della costituzione della Società dei «Corregiati" o "Cinturati", il monastero, dove nel 1266 il Beato Angelo da Furci (qui nato nel 1246) vestì l'abito religioso, venne intitolato a sant'Agostino e a sua madre santa Monica. Due statue lignee di questi santi decorate in oro puro fino al 1762 adornavano l'altare maggiore. Il titolo della chiesa venne modificato con decreto reale di Giuseppe Bonaparte del 13 gennaio 1808 sotto la "invocazione di San Giuseppe" (in onore del re Bonaparte), dotandola di una bella statua del Santo che è nella nicchia dietro l'altare maggiore. Nella stessa occasione gli agostiniani dovettero abbandonare chiesa e convento. Tra le opere d'arte sacra conservate nella cattedrale ricordiamo il polittico che raffigura sull'Altare maggiore Il Redentore tra angeli, dipinto da tale "Guillelmus" nel 1369. Splendido si presenta pure il trittico della Madonna della Misericordia con la Vergine che regge nel grembo il Figliolo e ai lati Santa Caterina e San Nicola, dipinto da Michele Greco di Valona nel 1505. In seguito alla soppressione degli ordini religiosi nel 1808, il convento fu prima destinato a quartiere dei soldati e poi, progettata nel 1824, la chiesa venne ricostruita e nel 1853, in seguito alla ricostituzione della Diocesi di vasto, fu trasformata in Cattedrale.

Dell'antico monastero di S. Agostino è rimasto il portale che è stato incastonato nella facciata a capanna della Cattedrale, opera di mastro Ruggero de Fragenis eseguita nel 1293, come si legge in una lapide posta nella lunetta del portale. Il transetto della chiesa conserva la statua, ancora rivestita di coloriti e vistosi abiti di stoffa, della "Madonna della Cintura", di scuola napoletana. La statua porta la data 2 luglio 1712 e venne offerta alla chiesa dalla Congrega dei Cinturati, dedita alle opere di carità per i più bisognosi, i moribondi ed i defunti, già presente nella chiesa degli Agostiniani dalla fine del 1500. La tradizione ricorda che la statua venne fatta venire da Napoli come ringraziamento alla Vergine per lo scampato pericolo dalla peste e dalla invasione delle cavallette della città di Vasto e del suo territorio.

L'interno in stile gotico fu interamente ricostruito ad opera dell'ingegnere vastese Francesco Benedetti che lo realizzò nel 1890. Gli affreschi realizzati dal fiorentino Achille Carnevali risalgono al 1923. Carnevali è anche autore delle vetrate policrome e del restauro generale di tutta la Cattedrale realizzato grazie ai finanziamenti dei fratelli Luigi, Filomena e Alfonso Genova di Salle nel 1928.

 

 

Achille Carnevale

Nacque a Salerno nel 1881 da Innocente e Maria Adelaide Moriondo. Il padre di origine piemontese era funzionario di banca. La madre morì a soli 24 anni durante il parto del quarto figlio. La sorella maggiore si chiamava Luigina mentre Luigi era l'altro fratello. Il padre sposò in seconde nozze una certa Albertina, da cui ebbe quattro figli: Silvia, Guido, Rita e Giovanni e infine si stabilì a Roma come funzionario della Tesoreria Centrale del Regno. Achille nel 1909 sposò Silvia Rea, da cui ebbe due figli: Maria (1910) ed Enrico (1912). Maria, allieva all'Accademia Inglese, seguì le orme del padre, lavorando nel suo studio. Achille studiò all'Accademia d'arte e seguì anche i corsi di Architettura. La sua produzione pittorica, oltre a essere presente nelle collezioni private, tra ritratti, nature morte, paesaggi e soggetti d'arte sacra fu trasferita in Brasile dal figlio Enrico. Nel suo primo periodo di attività Achille Carnevale realizzò bozzetti per scenografie teatrali e illustrò manifesti pubblicitari. La maggiore del suo lavoro tuttavia fu rivolto all'arte sacra, ed in particolare alla decorazione delle chiese, come per la basilica di S. Teresa di Lisieux ad Anzio, la basilica del SS. Crocifisso a Taranto, la chiesa di S. Ubaldo a Gubbio, a Vasto per la Cattedrale di S. Giuseppe, con il ciclo della vita di S. Giuseppe, gli Evangelisti ed altri Santi. Carnevale lavorò anche per le canonizzazioni, dipingendo i santi Giuseppe Benedetto Cottolengo, Bernardino Realino, Giovanni De Britto, Caterina Labouré, Giovanna di Lestonnac, ed i beati Pier Renato Rogue, Giovanni Fisher, Giustino De Jacobis, Francesca Saverio Cabrini, Gioacchina De Vedruna, Contardo Ferrini e Margherita Bourgeoys. Morì nel 1956.