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PITTORI: Maestro della Consolazione

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MAESTRO DELLA CONSOLAZIONE

XX secolo

Genova, Chiesa di Nostra Signora della Consolazione e di san Vincenzo

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Lo vediamo anche in questo caso in questa vetrata che scopriamo a Genova, nella chiesa di Nostra Signore della Consolazione e di san Vincenzo.

Appare vestito da vescovo con una penna nella mano destra, mentre con la sinistra regge un libro chiuso. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

Presso l'insediamento agostiniano di Nostra Signora della Consolazione si sviluppò la Congregazione di Genova con il titolo approvato dal Generale Fra Giacomo di: "Congregatio Sanctae Mariae de Consolatione, Ordinis Fratrum Eremitarum Sancti Augustini, de Observantia, de Pedemontis".

L'attuale chiesa della Consolazione è una riedificazione di un'altra più antica chiesa, che sorgeva, tra l'altro, in una diversa collocazione allo Zerbino. Questa chiesa, titolata a san Vincenzo, è indicata una prima volta in un documento del 1059. Nota anche e soprattutto come chiesa di Nostra Signora della Consolazione, la struttura è legata al nome del Beato Battista Poggi e si ergeva nella zona detta dello Zerbino, così detta da "Zerbo", che in dialetto significa muschio. Era pertanto all'esterno dei quartieri storici della città, sia del vicino sestiere esterno di San Vincenzo che di quello successivo inscritto nelle Vecchie Mura interne di Portoria.

I lavori per la sua costruzione iniziarono nell'estate del 1475. La storia di quella prima chiesa si concluse nel 1681 quando il grandioso complesso, chiesa e convento, furono atterrati. La necessità di migliorare le difese cittadine, anche in conseguenza del recente bombardamento del Re Sole del 1684, obbligò a ripulire l'area sotto le mura dello Zerbino. Pertanto si dovette demolire la vecchia chiesa di Artoria e gli Agostiniani dovettero pertanto lasciare il loro convento. I Padri Agostiniani, lasciata la zona dello Zerbino, ottennero dalla Repubblica di Genova, l'area sulla quale costruirono il nuovo convento e la nuova chiesa di Nostra Signora della Consolazione.

L'edificazione ebbe luogo dal 1684 al 1706, ma con l'apertura al culto religioso già dal 1693 sotto il patrocinio delle famiglie genovesi Durazzo, Della Torre, Canevari e Lercari-Castiglione. La chiesa di Nostra Signora della Consolazione e San Vincenzo martire è ubicata nella centrale via XX Settembre e fa parte del vicariato centrale di Carignano-Foce. I lavori ebbero inizio nel 1681 e la chiesa venne aperta al pubblico nel 1706. Fu dotata della cupola dal 1769 per opera di Simone Cantoni.

Nel refettorio del Convento posto sulla destra della chiesa nell'ex Palazzo Pinelli c'è una discreta quadreria: tra i pezzi di maggior pregio una Madonna coi santi Agostino, Rocco e Sebastiano di Antonio da Como (1529).

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6