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PITTORI: Maestro della Consolazione

L'episodio dell'estasi di Ostia

L'episodio dell'estasi di Ostia

 

 

MAESTRO DELLA CONSOLAZIONE

XX secolo

Genova, Chiesa di Nostra Signora della Consolazione e di san Vincenzo

 

Estasi di Ostia

 

 

 

La vetrata rappresenta una scena che compare più volte nella iconografia agostiniana e che ricorda una delle pagine più belle delle Confessioni che sono dedicate da Agostino al commosso ricordo della madre Monica. Si tratta del famoso episodio della cosiddetta "estasi di Ostia", un'esperienza mistica che i due ebbero a Ostia Tiberina nel 387, a breve distanza dal battesimo di Agostino e pochi giorni prima dell'ultima malattia di Monica. Risalendo di contemplazione in contemplazione dalle cose create alla divina Sapienza creatrice, madre e figlio pregustano la gioia del paradiso. Nel viaggio di ritorno da Milano dopo il 387 Agostino e Monica soggiornarono a Ostia in attesa di potersi imbarcare per l'Africa. In questa città Monica trovò la morte, ma prima di morire Agostino ricorda un fatto curioso che li vide protagonisti: un'estasi platonica.

Nella vetrata, che ha tinte scure, la scena si svolge al tramonto: il mare è oscuro mentre il cielo si tinge di colori rossastri e giallastri. Sia Agostino che la madre Monica rivolgono lo sguardo verso il cielo con attenzione estatica, alla ricerca di ciò che può dare loro pienezza nella vita.

 

La chiesa della Consolazione, o, meglio, chiesa di Nostra Signora della Consolazione e san Vincenzo martire (conosciuta però anche con il nome di chiesa di santa Rita), è uno dei principali luoghi di culto di Genova. L'edificio sacro è posto nella centrale via XX Settembre e fa parte del vicariato di Carignano-Foce.

Di una chiesa intitolata a Nostra Signora della Consolazione si ha documentazione, a Genova, a partire dal Quattrocento. Tale chiesa, legata al nome del beato Battista Poggi, era la sede conventuale dei padri agostiniani, la cui collocazione iniziale era all'esterno della città, in Artoria. Si trovava cioè subito fuori dal recinto delle mura Nuove, il cui tracciato del 1632 venne a passare proprio sopra di essa. La località era conosciuta come lo Zerbino.

La necessità di migliorare le difese cittadine, dopo il bombardamento del Re Sole del 1684, obbligò a modificare l'assetto urbanistico dell'area sotto le mura dello Zerbino. Pertanto si dovette demolire la vecchia chiesa di Artoria. Gli Agostiniani furono costretti a lasciare il loro convento e ottennero dalla Repubblica di Genova l'autorizzazione a edificarne uno nuovo sull'area dove ancor oggi sorge l'attuale chiesa. L'edificazione della chiesa in stile neoclassico risale al 1706, mentre la sua trasformazione in parrocchia è datata 1813.

La chiesa è sormontata da una cupola realizzata da Simone Cantoni nel 1769 mentre la facciata è stata realizzata su disegno di Carlo Biale nel 1864. L'edificio fu ufficialmente consacrato nel 1875. La chiesa è interamente affrescata: Giuseppe Isola affrescò la volta della navata centrale (1878) e i peducci della cupola (1870-1875); Giovanni Quinzio affrescò le volte delle navate laterali, Francesco Semino la cupola (1878) e Filippo Alessio la volta e il catino del presbiterio (1825).