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Battesimo di sant'Agostino
PITTORE LOMBARDO
1925-1949
Dalmine, chiesa di san Giuseppe
Battesimo di sant'Agostino
L'opera che raffigura il battesimo di Agostino è un realizzazione della Manifattura lombarda del secolo XX. Si tratta dell'immagine riprodotta su uno Stendardo processionale in raso. L'anonimo artista vi ha ricamato la scena del battesimo di Agostino da parte di Sant'Ambrogio alla presenza di Santa Monica. In alto si vede la colomba dello Spirito Santo scendere sotto forma di raggi di luce su tutti e tre i personaggi. Agostino, al centro della scena è inginocchiato ed indossa una tunica bianca propria dei catecumeni. Poggia entrambe le mani sul petto mentre sta ricevendo sul capo l'acqua battesimale. Il santo ha un aspetto da giovane adulto. A destra l'immagine di sant'Ambrogio ci presenta un giovane vescovo con in mano il bastone pastorale e la mitra sul capo. Il suo aspetto mostra grande compunzione e partecipazione all'evento.
A sinistra Monica, l'unica a portare in testa il nimbo dei santi, indossa una veste bianca e sopra una mantellina azzurra. Ha le mani giunte in preghiera che si porta al petto. Il suo viso esprime uno sguardo compiaciuto e di ringraziamento.
Realizzato nella ambito della produzione manifatturiera lombarda il gonfalone è stato ottenuto con la tecnica a raso dipinto, ricamato in seta, oro filato. Misura cm 150x100 e si trova in un mediocre stato di conservazione.
Dopo qualche settimana ancora d'insegnamento di retorica, Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, l'attuale Cassago Brianza, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti. Nella Quaresima del 386 ritornarono a Milano per una preparazione specifica al Battesimo, che Agostino seguì con il figlio Adeodato e l'amico Alipio. Il giorno di Pasqua Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.
Giunto il momento in cui dovevo dare il mio nome per il battesimo, lasciammo la campagna e facemmo ritorno a Milano. Alipio volle rinascere anch'egli in te con me. Era già rivestito dell'umiltà conveniente ai tuoi sacramenti e dominava così saldamente il proprio corpo, da calpestare il suolo italico ghiacciato a piedi nudi, il che richiede un coraggio non comune. Prendemmo con noi anche il giovane Adeodato, nato dalla mia carne e frutto del mio peccato. Tu l'avevi ben fatto. Era appena quindicenne e superava per intelligenza molti importanti e dotti personaggi.
AGOSTINO, Confessioni 9, 6, 14