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PITTORI: De Santis Roberto

Conversione di Agostino

Conversione di Agostino

 

 

DE SANTIS ROBERTO

1986

Fermo, Convento della Madonna della Misericordia

 

Conversione di Agostino

 

 

 

La tela è stata realizzata nel 1986 su commissione dei PP. Agostiniani Scalzi della Provincia Ferrarese-Picena ed è conservata nel Convento della Madonna della Misericordia a Fermo. Il soggetto scelto da De Santis per essere colto nella sua originalità necessita di un occhio critico capace di interpretare i segni della simbologia, che, per quanto astratta, si rivela molto allusiva. L'autore non rinuncia a inquadrare il momento chiave della conversione di Agostino e gli ulteriori riferimenti alla personalità di Agostino. La figura del santo, che nella sua nudità, segno di una condizione morale, emerge verso la luce della Verità, sottolinea il momento decisivo della conversione e situa Agostino nella dimensione di una vita nuova.

Lo sviluppo dinamico della ricerca personale si coglie negli elementi che caratterizzano la identificazione di alcuni attributi che si sviluppa in un quarto spazio surreale che viene reso concreto come solido appoggio per la contemplazione della Sapienza e l'indagine teologica. La mano che indica il centro del quadro, che si proietta sul cuore di Agostino, centro del suo stupore e della meraviglia della sua anima, pone in rilievo la profonda carità del santo, in altre occasioni resa dal cuore ardente. Lo sguardo, proteso ad altezza d'uomo e verso l'orizzonte della dimensione terrena e della storia, mostra un Agostino attento scrutatore dei segni della presenza e della provvidenza di Dio. L'immagine pittorica nella sua lettura globale offre un'indagine soggettiva più vasta e racchiude quindi l'esperienza dell'itinerario intellettuale e spirituale che Agostino rivela soprattutto nel libro della Confessioni.

 

Chiusi allora il libro tenendoci un dito o non so che cos'altro come segno, e ormai rasserenato in volto lo mostrai ad Alipio. Ma in questo stesso modo lui mostrò quello che succedeva a lui - a mia insaputa. Volle vedere che cosa leggevo: glielo mostrai, e lui portò la sua attenzione anche sul seguito di quello che avevo letto io. Io lo ignoravo, ma quel passo proseguiva: E accogliete chi è incerto nella fede. Lo riferì a se stesso, e me lo disse. L'esortazione lo incoraggiò nel suo proponimento, buono e quanto mai rispondente al suo modo di vivere, per cui già era da tempo ben più avanti di me. E senza tormento, senza esitazione mi seguì. Subito entriamo da mia madre, le parliamo: grande gioia per lei.

Le raccontiamo come sia accaduto: esultanza e trionfo. Benediceva te, che puoi fare ben oltre ciò che noi chiediamo e comprendiamo. Perché riguardo a me si vedeva concesso molto di più di quello che chiedeva tutto il suo povero piangere sommesso. Infatti avevi convertito a te il mio essere al punto che non cercavo più moglie né tenevo più ad alcuna speranza del mondo, posando ormai su quel metro di fede sul quale tanti anni prima mi avevi in sogno rivelato a lei. E convertisti il suo dolore in gioia molto più grande di quanto sperava, e molto più cara e più pura di quella che attendeva dai nipoti del mio sangue.

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 30