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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Novecento: Maestro di FiladelfiaPITTORI: Maestro di Filadelfia
Morte di Monica ad Ostia: particola di Monica e Agostino
MAESTRO DI FILADELFIA
1980-1990
Philadelphia, Santuario di santa Rita da Cascia
Morte di Monica ad Ostia
Gli americani di origine irlandese della zona di South Philly furono i primi benefattori della chiesa di Santa Rita, poco prima dell'immigrazione degli italo americani.
I frati agostiniani volevano una parrocchia con santa Rita come patrona e finalmente la chiesa fu costruita nel 1907. Santa Rita era stata canonizzata solo alcuni anni prima nel 1900.
All'interno, lungo il lato sinistro della navata centrale ci sono vetrate che narrano alcuni episodi della vita di Agostino. Sul lato destro si trovano invece vetrate che trattano episodi della vita di santa Rita da Cascia.
In questa scena assistiamo alla tragica scena della morte di Monica a Ostia. La santa è seduta nel suo letto vestita da monaca agostiniana assistita dai suoi familiari. Alle sue spalle è appeso sul nudo muro un crocifisso. In testa ha l'aureola dei santi. Di fronte a lei, quasi si stesse chinando amorevolmente per parlarle, sta in piedi un giovane Agostino, vestito con la tunica monacale e l'aureola in testa. Con la mano sinistra indica l'alto, in direzione dei cieli che attendono Monica per il meritato riposo. La stessa santa, accogliendo l'invito del figlio alza lo sguardo verso l'alto.
Altri tre personaggi assitono alla scena: uno è inginocchiato in preghiera, un altro è in piedi pensoso e accorato, un terzo, molto giovane, quasi un fanciullo è inginocchiato in preghiera con le mani giunte. Sono quasi certamente Alipio, l'amico di Agostino, Navigio, l'altro figlio di Monica e Adeodato, l'adolescente figlio di Agostino.
Tu che fai abitare in una casa i cuori unanimi, associasti alla nostra comitiva anche Evodio, un nostro giovane concittadino. Era impiegato nell'amministrazione imperiale, e si era convertito a te prima di noi, aveva ricevuto il battesimo e lasciato il servizio nel mondo per dedicarsi al tuo. Vivevamo insieme e avremmo abitato insieme anche in futuro, questo era il nostro solenne impegno. Eravamo in cerca di un luogo in cui potessimo renderci più utili vivendo al tuo servizio: insieme facevamo ritorno in Africa. Giunti vicino a Ostia, sul Tevere, mia madre morì.
AGOSTINO, Confessioni 9, 8, 17
Monica morì pochi giorni dopo questo colloquio con il figlio, che così ci racconta gli ultimi istanti della vita della madre. Era l'autunno del 387: "... Entro cinque giorni o non molto più, si mise a letto febbricitante e nel corso della malattia un giorno cadde in deliquio e perdette la conoscenza per qualche tempo. Noi accorremmo, ma in breve riprese i sensi, ci guardò, mio fratello e me, che le stavamo accanto in piedi, e ci domandò, quasi cercando qualcosa: "Dov'ero?"; poi, vedendo il nostro afflitto stupore: "Seppellirete qui, soggiunse, vostra madre".
Io rimasi muto, frenando le lacrime; mio fratello invece pronunziò qualche parola, esprimendo l'augurio che la morte non la cogliesse in terra straniera, ma in patria, che sarebbe stata migliore fortuna. All'udirlo, col volto divenuto ansioso gli lanciò un'occhiata severa per quei suoi pensieri, poi, fissando lo sguardo su di me, esclamò: "Vedi cosa dice", e subito dopo, rivolgendosi a entrambi: "Seppellite questo corpo dove che sia, senza darvene pena. Di una sola cosa vi prego: ricordatevi di me, dovunque siate, innanzi all'altare del Signore"
AGOSTINO, Confessioni 9, 11, 27