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PITTORI: Gustavo Gwozdecki

Agostino e il Bambino sulla spiaggia

Agostino e il Bambino sulla spiaggia

 

 

GUSTAVO GWOZDECKI

1910-1920

Località sconosciuta

 

Agostino e il Bambino sulla spiaggia

 

 

 

La scena decritta da Gustavo Gwozdecki (1880-1935) si riferisce a una duratura leggenda che vede protagonista Agostino nel suo instancabile tentativo di comprendere la natura del mistero della Santissima Trinità.

Secondo Roland Kany [Il pensiero trinitario di Agostino] l'episodio, prima che fosse associato esclusivamente ad Agostino, venne utilizzato in modo simile anche con altri teologi. Secondo Kany il legame con Agostino fu creato dal canonico agostiniano Tommaso da Cantimpré intorno al 1260. La narrazione leggendaria si trova per la prima volta nel Catalogus Sanctorum del vescovo Petrus de Natalibus intorno al 1370 e successivamente divenne un elemento distintivo delle biografie agostiniane e degli episodi leggendari attribuiti al santo.

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del mistero della Trinità, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Quanto al luogo dove sarebbe avvenuto il fatto, alcuni indicano Centumcellae, l'attuale Civitavecchia, datandolo tra la conversione di Agostino e il suo ritorno in Africane nel 388. Altri autori lo collocano sulla spiaggia di Ippo Regius al momento della composizione del De Trinitate e pertanto dopo il 400.

La realizzazione che ne dà Gwozdecki è potente e nello stesso tempo semplice portando l'attenzione dell'osservatore sulla centralità dell'evento e cioè l'incontro fra Agostino e il bambino. I gesti dei due protagonisti sono eloquenti e richiamano immediatamente al significato della leggenda. La sua opera contiene figure semplici, con toni ricchi e pieni, immersi in un ambiente ricco di simbologie, che fa da corona all'episodio centrale esaltandone il contenuto.

 

 

Gustavo Gwozdecki

Gustaw Gwozdecki nacque a Varsavia nel 1880. Suo padre Florentyn era giornalista e vicedirettore del Teatro di Varsavia. A diciannove anni iniziò i suoi studi artistici a Monaco di Baviera dove fu accompagnato da Stanisław Grocholski e Anton Ažbe. Al Kunstverein espose le sue prime opere. Nel 1900 si trasferì a Cracovia dove studiò all'Accademia di Belle Arti sotto la guida di Jan Stanisławski. Nel 1901 tornò a Varsavia per studiare con Konrad Krzyżanowski. Nel 1902 ricevette una borsa di studio presso la Towarzystwo Zachęty Sztuk Pięknych che gli permise di frequentare la Scuola Nazionale di Belle Arti di Parigi sotto la guida dello scultore Hubert Ponscarm. Da allora trascorse la maggior parte dei suoi anni a Parigi e nel 1904 espose le sue opere al Salon d'Automne. Ha partecipato a mostre a Varsavia, Poznań e Vienna. Dal 1917 al 1927 risiedette a New York City e durante la sua permanenza sostenne gli artisti polacchi negli Stati Uniti d'America e in Francia, divenendo membro della Società degli artisti polacchi "Sztuka" e "Rytm". Morì nel 1935 a soli cinquantaquattro anni. Nelle sue opere dipinse paesaggi, ritratti, e nature morte. Realizzò anche sculture in marmo e gesso. Il suo stile e le sue opere lo hanno reso uno dei primi modernisti ed espressionisti polacchi. La ​​sua attività venne promossa dal suo amico Guillaume Apollinaire, che scriveva sulla rivista "La Plume". Le sue opere si trovano in vari Musei, fra cui ricordiamo quello Nazionale di Varsavia, di Poznań e di Cracovia. Fra le altre località si possono citare la Società di storia e letteratura polacca a Parigi, la Galleria di Belle Arti all'Università di Yale e la Fondazione Kosciuszko a New York. Le altre sue opere sono conservate in collezioni private in Francia e negli Stati Uniti d'America.