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PITTORI: Anonimo di Lonate

Conversione di sant'Agostino

Conversione di sant'Agostino

 

 

ANONIMO DI LONATE

1948

Lonate, Chiesa di sant'Ambrogio

 

Conversione di sant'Agostino

 

 

 

La Cappella di Sant'Ambrogio è la prima sulla destra entrando nella omonima chiesa; subì varie ridedicazioni, passando dallo Spirito Santo al Crocifisso e poi all'Immacolata; in tale veste ospitava una riproduzione della grotta di Lourdes, mentre oggi una copia della grotta di dimensioni maggiori si trova all'esterno della Chiesa, nel sito dell'antico cimitero.

Nella Cappella si vedono due grandi quadri:

sulla sinistra, la Conversione di Sant'Agostino, «Dono del Signor Lindelli Francesco Ambrogio», come recita il cartiglio sottostante e, sulla destra, la Proclamazione a vescovo di Sant'Ambrogio.

La Cappella di Sant'Ambrogio nella sua sistemazione attuale fu inaugurata il 7 dicembre 1948 dal prevosto di Gallarate Antonio Simbardi; la statua in legno massiccio del Santo Patrono, lavorata in Val Gardena su disegno di Walter Pizzi, è contenuta in una nicchia con finestrelle per illuminarla. Ai lati della nicchia Galloni ha ritratto i santi Gervasio e Protasio, le cui reliquie furono ritrovate da Sant'Ambrogio: questa è dunque l'unica cappella che conserva quattro affreschi di Galloni. Realizzate con colori di tonalità varia, ineccepibili nel disegno complesso e realistico, le dodici scene sopra descritte presentano figure classiche dell'iconografia cristiana di ogni tempo. Nelle figurazioni c'erano in passato e ci sono oggi alcune ripetizioni: una spiegazione va cercato nel fatto che certi soggetti, vivendo di devozione duratura, furono rinnovati perché i dipinti antichi non si leggevano più o non piacevano più.

 

Pur non esistendo alcun documento sulla prima evangelizzazione del territorio lonatese, la presenza a Lonate, probabilmente dal VII secolo, di una chiesa dedicata ai santi Nazaro e Celso, sull'area dell'attuale piazza Mazzini, lascia supporre l'esistenza già in tale periodo di una comunità cristiana nella parte meridionale del paese, che e quella più antica. Il primo beneficio o «rettoria», che venne costituito a Lonate presso la chiesa di San Nazaro, è da ritenersi non anteriore all'anno 1200. Nel X secolo i feudatari del luogo costruirono nel perimetro del castello una piccola chiesa a loro uso. Tale chiesa di forme romaniche, forse ampliata, divenne successivamente sede della seconda «rettoria» cioè parrocchia di Lonate.

Nel 1499, abbattuta la piccola chiesa romanica, Sant'Ambrogio venne riedificato a pianta ottagonale di ispirazione bramantesca, forse su progetto di Antonio da Lonate: di quella chiesa è sopravvissuta una parte, che costituisce l'abside della chiesa attuale, il cui catino è decorato con affreschi del Cinquecento. Nel 1560 la chiesa fu prolungata con l'aggiunta della navata.

 

Chiusi allora il libro tenendoci un dito o non so che cos'altro come segno, e ormai rasserenato in volto lo mostrai ad Alipio. Ma in questo stesso modo lui mostrò quello che succedeva a lui - a mia insaputa. Volle vedere che cosa leggevo: glielo mostrai, e lui portò la sua attenzione anche sul seguito di quello che avevo letto io. Io lo ignoravo, ma quel passo proseguiva: E accogliete chi è incerto nella fede. Lo riferì a se stesso, e me lo disse. L'esortazione lo incoraggiò nel suo proponimento, buono e quanto mai rispondente al suo modo di vivere, per cui già era da tempo ben più avanti di me. E senza tormento, senza esitazione mi seguì. Subito entriamo da mia madre, le parliamo: grande gioia per lei.

Le raccontiamo come sia accaduto: esultanza e trionfo. Benediceva te, che puoi fare ben oltre ciò che noi chiediamo e comprendiamo. Perché riguardo a me si vedeva concesso molto di più di quello che chiedeva tutto il suo povero piangere sommesso. Infatti avevi convertito a te il mio essere al punto che non cercavo più moglie né tenevo più ad alcuna speranza del mondo, posando ormai su quel metro di fede sul quale tanti anni prima mi avevi in sogno rivelato a lei. E convertisti il suo dolore in gioia molto più grande di quanto sperava, e molto più cara e più pura di quella che attendeva dai nipoti del mio sangue.

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 30