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PITTORI: Luigi Migliavacca

Sant'Agostino allo scrittoio

Sant'Agostino allo scrittoio

 

 

LUIGI MIGLIAVACCA

1967

Pavia, Monastero S. Agostino, Refettorio

 

Sant'Agostino allo scrittoio

 

 

 

La pittura murale è collocata sul soffitto del refettorio del monastero agostiniano di Pavia. Il santo è stato raffigurato all'interno di una cornice  rococò che cerca di antichizzare la pittura. Agostino indossa la nera tunica dei monaci agostiniani, che a lui si sono sempre riferiti non solo seguendone la regola, ma considerandolo come il loro vero padre fondatore.

Il pittore Migliavacca ha raffigurato Agostino nella sua camera o studio intento a scrivere su dei fogli appoggiati a un tavolo su si nota solo il calamaio e una specie di lampada per illuminare l'ambiente.

Solo una finestra sullo sfondo lascia entrare un poco di luce e ricorda nella sua struttura una analoga finestra di un quadro di Giovan Battista Tassinari nella sacrestia della Basilica di san Pietro in Ciel d'Oro.

Agostino indossa il saio nero degli eremitani agostiniani e porta sul petto una croce. Una folta barba nera gli cade dal mento fin sul petto. Una corona aureolata luminosa gli avvolge il capo, mentre è completamente assorto dalla scrittura. Alle sue spalle un angelo alza con la mano destra un cuore fiammante, simbolo del suo amore per Dio Padre.

 

 

Luigi Giuseppe Migliavacca

Nato a Lacchiarella nel 1902 Migliavacca fu un discreto pittore e decoratore della prima metà del Novecento. Condusse i suoi studi a Milano diplomandosi all'Accademia di Brera e successivamente frequentando la Scuola Superiore d'Arte Applicata del Castello Sforzesco. La sua attività artistica, che si espresse sia nella pittura che nella decorazione, si sviluppò tra il 1930 e la fine degli anni settanta. Nel 1931 si trasferì a Binasco, dove morì nel 1983. Migliavacca dipinse molti soggetti sacri e decorazioni in numerose chiese del Pavese e del Milanese tra cui Moncucco, Binasco, Moirago, Siziano, Turago Bordone, Trivolzio, Besate e Casorate Primo. Decoratore eccellente, nel 1945-1946 eseguì i lavori di restauro e le decorazioni del Teatro alla Scala, ricostruito dopo i bombardamenti del 1943. Tra il 1946 e il 1954 lavora alle decorazioni della Sala dei ricevimenti del Sindaco di Palazzo Marino, del Circolo della Stampa a Palazzo Serbelloni, alla Galleria Vittorio Emanuele II e alla Sala delle Cariatidi del Palazzo Reale di Milano.

Il suo stile pittorico trapassa dalla adesione alle formule del realismo lombardo all'eclettismo stilistico di un recupero manierista, neo-cinquecentesco, neo-barocco e neo-classico, ben lontano da influenze moderniste.