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PITTORI: Mora Daniele

Agostino vescovo

Agostino vescovo

 

 

MORA DANIELE

XX secolo

Casei Gerola, Santuario della Madonna delle Grazie di sant'Agostino

 

Sant'Agostino vescovo

 

 

 

Casei Gerola ha una lunga tradizione di devozione ad Agostino ed è un paese situato lungo il Cammino di sant'Agostino ancora in terra lombarda, nella Provincia di Pavia sul torrente Curone a pochi chilometri dalla sua confluenza nel Po e poco lungi dai confini con il Piemonte. Tra gli edifici religiosi di particolare pregio troviamo la chiesa parrocchiale di san Martino che risale al XIV secolo e il Santuario della Madonna delle Grazie di Sant'Agostino.

Nel 712 il re Liutprando fece dono di Casei e delle sue terre al monastero di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia: tra le carte di questo monastero il nome di Casei comparirà ancora per secoli, almeno fino al XIII.

La chiesa di sant'Agostino dedicata alla Madonna delle Grazie è un edificio rinascimentale la cui costruzione iniziata nel 1639 fu terminata nel 1641. La pianta è a croce latina. L'interno e l'esterno presentano decorazioni di tipo rinascimentale con lesene sulla cui sommità sono posti capitelli ionici stilizzati senza volute. L'affresco della Madonna delle Grazie fu fatto dipingere dal casellese Schiaffinati nel 1612. In questo luogo, in un anno fra il 712 e il 725, si fermò il corpo di sant'Agostino riscattato dagli infedeli dal re Liutprando per essere portato nella basilica di san Pietro in Ciel d'Oro.

La chiesa interdetta nel primo Ottocento, fu riaperta e restaurata nel 1944 da don Orione. Nello stesso edificio si conservano varie memorie agostiniane fra cui un affresco che ricorda il passaggio delle spoglie di Agostino. In questa pittura il santo è stato dipinto in una delle forme più diffuse della sua iconografia e cioè come santo vescovo.

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

Dalla firma dell'affresco sembra che l'opera sia da attribuire a Mora Daniele.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-2