Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Novecento: Anonimo di via Ponzio

PITTORI: Anonimo di via Ponzio

Sant'Agostino ai piedi di Ambrogio dopo il battesimo

Sant'Agostino ai piedi di Ambrogio

 

 

ANONIMO DI VIA PONZIO

XIX secolo

Milano, Monastero agostiniane di via Ponzio

 

Sant'Agostino ai piedi di Ambrogio dopo il battesimo

 

 

 

La scena del battesimo di Agostino è stata trattata da numerosi artisti con un tocco personale, ma questa pittura è alquanto originale rispetto alla tradizione iconografica. L'episodio non è ambientato in una chiesa, ma in una grande camera, dove entra un luminoso e potente fascio di luce da una grande finestra con decorazioni e un rosone centrale che inscrive la croce di Cristo. Nel centro della sala due figure, entrambe giovani e spiritualmente molto ispirate, nella nudità architettonica convergono su di sè l'attenzione: sono Ambrogio, in piedi, che ha abbandonato la cattedra vescovile per ricevere e accogliere Agostino. Questi è inginocchiato ai suoi piedi e mettendo le sue mani in quelle del vescovo, sembra affidarsi completamente a lui e attraverso lui alla Chiesa. Potente, semplice ed efficace, la scena ha una forte valenza simbolica.  

 

A casa di un amico Ponticiano, questi gli aveva parlato della vita casta dei monaci e di s. Antonio abate, dandogli anche il libro delle Lettere di S. Paolo; ritornato a casa sua, Agostino disorientato si appartò nel giardino, dando sfogo ad un pianto angosciato e mentre piangeva, avvertì una voce che gli diceva "Tolle, lege, tolle, lege" (prendi e leggi), per cui aprì a caso il libro delle Lettere di S. Paolo e lesse un brano: "Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri" (Rom. 13, 13-14).

Dopo qualche settimana ancora d'insegnamento di retorica, Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, l'attuale Cassago Brianza, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti. Nella Quaresima del 386 ritornarono a Milano per una preparazione specifica al Battesimo, che Agostino, il figlio Adeodato e l'amico Alipio. Il giorno di Pasqua Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.

 

Giunto il momento in cui dovevo dare il mio nome per il battesimo, lasciammo la campagna e facemmo ritorno a Milano. Alipio volle rinascere anch'egli in te con me. Era già rivestito dell'umiltà conveniente ai tuoi sacramenti e dominava così saldamente il proprio corpo, da calpestare il suolo italico ghiacciato a piedi nudi, il che richiede un coraggio non comune. Prendemmo con noi anche il giovane Adeodato, nato dalla mia carne e frutto del mio peccato. Tu l'avevi ben fatto. Era appena quindicenne e superava per intelligenza molti importanti e dotti personaggi.

AGOSTINO, Confessioni 9, 6, 14