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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Novecento: Ditta ProviniPITTORI: Ditta Provini
Sant'Agostino vescovo e cardioforo
DITTA PROVINI
1903
Prosto di Piuro, chiesa dell'Assunta
Sant'Agostino vescovo e cardioforo
Durante i lavori per la decorazione esterna della chiesa dell'Assunta a Prosto di Piuro, eseguiti fra il 1902 e il 1903, furono collocate alcune statue per dare maggiore slancio alla facciata rispetto all'alto campanile.
Vennero pertanto poste in opera le state dell'Assunta fra quelle dei santi Giovanni Battista e Agostino: la scelta era in stretta connessione alle devozioni locali. All'Assunta è dedicata la chiesa, che al suo interno presenta due altari dedicati uno a san Giovanni Battista e l'altro a sant'Agostino, sede quest'ultimo della Confraternita dei Cinturati, almeno fino a metà del Settecento.
Le statue, che si trovano sulla facciata della chiesa, furono procurate dalla Ditta Provini di Milano.
Per raffigurare sant'Agostino è stata utilizzata una iconografia del santo alquanto diffusa, soprattutto dal Cinquecento, che ebbe un notevole sviluppo principalmente in età barocca e nel Settecento.
Agostino, vestito da vescovo, si presenta con il cuore fiammante in mano, simbolo del suo ardente amore per Dio.
Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.
Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?
AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3