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Gloria di sant'Agostino
GIOVANNI STURA
1901
Torino, chiesa di sant'Agostino
Gloria di sant'Agostino
Questa grandiosa pittura a tempera venne realizzata da Giovanni Stura nel 1901 per decorare la cupola ellittica della chiesa di sant'Agostino a Torino. Il pittore vi ha voluto celebrare la gloria del santo cui è dedicata la chiesa. In un tripudio di angeli seduti su delle nuvole, il santo si erge a figura intera allargando le braccia in un cielo luminosissimo. Indossa il piviale episcopale, mentre un angelo ai suoi piedi regge la mitra. un altro angelo alza al cielo un cuore fiammante, simbolo iconografico agostiniano molto diffuso. Un altro angelo a sinistra regge un grande libro aperto. Il volto del santo ha un aspetto giovanile, con una barba fluente.
La scena rappresenta un riconoscimento alla grandezza di Agostino e della sua vita, che si ispira al passo di Timoteo: "Non coronabitur nisi qui legitime certaverit." Tre corone sono solitamente utilizzate per esprimere la gloria del santo, il cui significato è da riconoscere in tre simboli: la verginità, la scienza e il martirio.
L'episodio riprende passi della Epistola XVIII ad Cyrillum Jerosolymitanum episcopum dello Pseudo Agostino.
La chiesa torinese di sant'Agostino si trova nella omonima via e rappresenta una delle più antiche chiese della città, già esistente nell'890. Questo originario edificio aveva uno stile romanico, tuttavia nel 1368 era già stato ristrutturato in forme gotiche. Parrocchia dal 1368 sotto il titolo dei santi Giacomo e Filippo, la chiesa fu ricostruita dai padri agostiniani tra il 1551 e il 1582. L'edificio fu infine consacrato nel 1643. Annessa alla chiesa sorgeva un chiostro. Nel 1551 l'edificio sacro venne dedicato a S. Agostino, anno in cui si ipotizza sia stato edificato l'attuale campanile.
A metà Settecento furono effettuati nuovi restauri, cui ne seguirono altri alla fine dell'Ottocento curati dall'architetto Carlo Ceppi, che disegnò, tra l'altro, l'altare maggiore nel 1887.
L'interno della chiesa si presenta a tre navate divise da pilastri, senza transetto. Le absidi sono quadrangolari, con la presenza di due cupole ellissoidali in corrispondenza del presbiterio e del coro.
Il pulpito ligneo seicentesco è decorato con medaglioni raffiguranti i quattro evangelisti. L'altare maggiore conserva sulla parete destra una Deposizione su tavola attribuita a Dürer, ma più probabilmente opera di una bottega della Germania meridionale attiva prima della metà del Cinquecento.
La navata destra è caratterizzata da altari di gusto barocco, mentre quella sinistra conserva, nella prima cappella un interessante fonte battesimale con pannello ligneo.
Nella prima cappella a destra è posizionata una tela di Felice Cervetti datata 1764. Allo stesso periodo appartiene nella quarta cappella una statua lignea della Madonna della Cintura di Ignazio Perucca, una tipica devozione agostiniana.
Nel coro, dietro l'altare maggiore, si trova una pala dell'Assunta con i santi Filippo, Giacomo, Bartolomeo e Agostino di Carlo Emanuele Lanfranchi (1661) e il mausoleo del cardinale Carlo Tommaseo Maillard de Tournon di Carlo Antonio Tantardini (1712). Nella cappella in testa alla navata sinistra si trova anche una tavola attribuita a Giovanni Martino Spanzotti raffigurante S. Nicola da Tolentino.
Giovanni Stura
Pittore piemontese, Giovanni Stura (1855-1935) lavorò principalmente in questa regione abbellendo numerose chiese fra cui la chiesa Parrocchiale di S. Pietro in Vincoli a Bagnolo Piemonte, di san Bernardino da Siena e della Crocetta a Torino e molte altre. Di lui si conservano un centinaio di lavori a tema religioso.