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PITTORI: Richard Cannuli

Agostino, Monastero di Tagaste, Suffern, New York

sant'Agostino

 

 

CANNULI RICHARD

1995-1997

Monastero di Tagaste a Suffern, New York

 

Agostino vescovo

 

 

 

In una vetrata del monastero di Tagaste a Suffern (New York) si conserva questa splendida raffigurazione di sant'Agostino. Il Monastero di Tagaste, è situato 30 miglia a nord di New York City, nella parte di sud-ovest della contea di Rockland dello stato di New York e ad appena un miglio dalla contea di Bergen nel New Jersey. E' amministrato dagli Agostiniani Recolletti, che sono nati nel 1588 dopo il Consiglio di Toledo. Nel 1944 è stata creata la provincia degli Agostiniani Recolletti negli Stati Uniti, nel Messico e nei Caraibi. Il Monastero di Tagaste è stato fondato nel 1952 e la sua denominazione vuole onorare Agostino e il luogo della sua nascita.

Il monastero è una casa o un seminario di formazione per la provincia agostiniana. I seminaristi vi restano almeno per 6 anni, dopo un anno da postulanti al Priorato di Oxnard, un anno di noviziato a Monteagudo, Navarra, in Spagna. La zona di servizio pastorale include le varie parrocchie nella California del sud e l'area metropolitana de New York come anche i conventi locali, le case di cura e l'ospedale del buon Samaritano a Suffern.

 

Agostino, Monastero di Tagaste, Suffern, New York

sant'Agostino d'Ippona

Incisore, acquerellista, stilista di paramenti liturgici nonché docente alla Villanova University di Philadelphia, l'agostiniano padre Richard Cannuli cominciò a lavorare nella tecnica vetraria sin dal 1995, quando gli venne chiesto di disegnare una serie di vetrate per la casa di formazione per seminaristi aperta nel 1952 a Suffern. Le finestre della cappella raffigurano oltre ad Agostino, i santi Monica, Nicola da Tolentino, Rita da Cascia, Ezechiele Moreno e Chiara da Montefalco. Nei manufatti dell'artista si proietta un'ansia di crescita interiore, dove l'arte è più che una mera espressione, per diventare mezzo di raffigurazione della spiritualità.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6