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PITTORI: Maestro di Vigevano

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MAESTRO DI VIGEVANO

1920-1931

Vigevano

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La figura di sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa è stata realizzata su vetro: la finestra presenza dimensioni notevoli (misura cm 450x40) ed è particolarmente luminosa grazie ai colori caldi che l'artista ha realizzato nel'orizzonte culturale lombardo.

L'opera data al periodo compreso fra il 1920 e il 1931.

La tecnica utilizzata ha fatto uso di vetro in pasta colorato, cotto a fuoco e legato a piombo. Oltre alla figura di sant'Agostino sono stati portate a termine anche le vetrate di san Giovanni Evangelista e sant'Angela da Foligno.

Nella formella in basso in caratteri gotici dipinti si trova una iscrizione documentaria relativa a chi ha finanziato opera. Si tratta della famiglia di AGOSTINO AUDISIO che in tal modo ha voluto celebrare il santo di cui porta il nome.

Il santo è stato raffigurato seguendo i canoni iconografici di maggior diffusione che vedono Agostino come Vescovo e Dottore della Chiesa. Con la mano destra impugna un elegante bastone pastorale disposto obliquamente per assicurare una migliore dinamicità al gesto. Con la mano sinistra regge un libro chiuso, simbolo della sua stupefacente attività letteraria. Nello stesso tempo regge un cuore fiammante, altro simbolo specifico del santo che vuole esprimere il grande amore e la forte passione che nutrì per tutta la vita nella ricerca di Dio.

In testa Agostino porta una mitra avvolta dal nimbo luminoso dei santi. Il volto, come quasi sempre accade, presenta una foltissima barba che gli scende fin sul petto. lo sguardo di Agostino ci rivela una persona matura ed autorevole, nel pieno del vigore fisico e mentale.

 

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.

 

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6