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PITTORI: Scultore di Villanova

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

SCULTORE DI VILLANOVA

1900-1950

Villanova, Campus dell'Università

 

Sant'Agostino cardioforo

 

 

 

La statua si trova dietro il monastero agostiniano di san Tommaso da Villanova nel Campus dell'Università agostiniana cittadina.

L'Università di Villanova è il più grande ed antico ateneo cattolico dello Stato della Pennsylvania Stati Uniti, posta a Radnor Township, un sobborgo a nord-ovest di Filadelfia.

La raffigurazione di Agostino con il cuore fiammante in mano è di antica data, dato che le prime raffigurazioni risalgono ai primi decenni del Quattrocento.

Nella statua conservata a Villanova, realizzata in marmo bianco, il santo è presentato come vescovo, con la mitra in testa. Il suo viso esprime una forte e intensa profondità d'animo. ha un aspetto di persona ormai matura negli anni ma ancora giovanile nello spirito con una folta barba che gli copre il viso e gli conferisce una certa aura di autorevolezza.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale.

Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3