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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Ottocento: Maestro di AbbasantaPITTORI: Maestro di Abbasanta
Agostino vescovo
MAESTRO DI ABBASANTA
XIX secolo
Abbasanta, chiesa di sant'Agostino, altare
Agostino vescovo e dottore che benedice il popolo
La facciata della chiesa di Abbasanta presenta una originale forma a semicerchio con un rosone centrale da cui alza un pinnacolo a forma di cappella nella cui nicchia è stata posta una statua di sant'Agostino. L'immagine del santo è piuttosto comune senza particolari tratti di originalità: è vestito da vescovo e ne porta gli attributi. Ha in testa una mitra, indossa l'abito vescovile e regge con la mano sinistra un libro. Con la destra invece tiene in mano un cuore fiammante, un attributo abbastanza comune dal 1600 in poi. Il viso ha un aspetto giovanile, con una folta barba nera. Di sant'Agostino conosciamo una bella preghiera in sardo che ne elenca le virtù, la storia e i pregi di fronte a Dio.
La devozione agostiniana in Sardegna è di lunga durata: è nota soprattutto a Cagliari, dove riposò per secoli il corpo di Agostino. Degno di interesse è il culto nel paese di Abbasanta nella Sardegna centrale. Nel 1872 fu posta la prima pietra per la costruzione di una chiesa dedicata al Santo su iniziativa del rettore Paolo Ponti, che volle erigerla a ricordo perpetuo della conversione di Agostino.
Il santo viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.
8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.
8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.
8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.
8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.
8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.
8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.
POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6
Laudes de S. Austinu Dottore
Luminare peregrinu
De divinos risplendores
Claru sole de dottores
Admirabile Agostinu
Bravu leone africanu
De sos bramidos de chie
Atturdidu dogni die
Tremet su pelagianu.
De s'infidele Arianu
Turmentu duru continu.
Novu Judas Macabeu
Contra s'orrendu Apoloniu
Signu postu in testimoniu
De sas grandesas de Deu
De s'errore Manicheu
Forte istragu peregrinu.
Rara manu prodigiosa
Ch'in fogu e ferru hat truncadu
Tantas testas che hat brotadu
S'ydria pius venenosa;
Chi de sa patria gloriosa
Occupesit su camminu.
Difensore Soberanu
De sos dogmas piu seguros
Censilena posta in muros
De su Vargeri cristianu
Cun sa flamante in sa manu
Rispettadu Cherubinu.
Sole in tenebras creadu
Lizu de ispinas naschidu
Astru d'errores bestidu
Risplendere in umbras formadu
Mutazione chi hat causadu
Su destru brazzu divinu.
Portentosu difensore
De sas cristianas banderas
E d'ereticas chimeras
Accerrimu impugnatore,
Chi riprendet dogni errore
Cun bramidu leoninu.
In Tagaste Bois tengistis
Su esser Fisicu Reale
Ei sa grazia Battesimale
In Milanu la recistis
In forma umana appargistis
Incarnadu Serafinu.
Ambrosu Ambrosia bos desit
E nectar Celestiale
Pues de sa grazia eternale
Sas funtanas bos mustresit
Hue discanzu agatesit
Cussu pettu columbinu.
Est morte de Heresiarcas
Est norma du Confessore
Est Dottore de Dottores
Est lughe de Patriarcas
Est de fidele Monarcas
Casteddu diamantinu.
Est de ambos Polos Atlante
Est de s'inferru terrore
Est de su chelu isplendore
In dogn'isfera brillante
De sa Ecclesia Militante
Su pius armadu fortinu.
In Ippona pro Preladu
Valeriu lu cunsignesti
Però ambos polos ornesit
Cun sos rajos chi hat vibradu
Claras lughes chi hant lassadu
Sos hereges senza tinu.
Alcanzada sa vittoria
De sa heretica canaglia
Pro tanta orrenda battaglia
Bos dant tanta excelsa gloria
Pues tenides in memoria
Su peccadore meschinu.
Succurride custa genete
Ch'in modu particolare
Benit pro Bos venerare
In custu logu ridente;
Sa Bostra manu potente
Las assistet de continu.
O santu in chelu esaltadu
De sa Ecclesia gloria tanta
Implorade po Abbasanta
Su pius felice istadu
Benzat issu sullevadu
Cun su ostru brazzu divinu.
Luminare Peregrinu
De divinos isplendores
Claru sole de Dottores
Admirabile Agostinu.