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PITTORI: Maestro di Bailly

Agostino vescovo e cardioforo

Agostino vescovo e cardioforo

 

 

MAESTRO DI BAILLY

1850-1880

Bailly-le-Franc, chiesa della Esaltazione della Santa Croce

 

Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

La vetrata che riproduce Agostino vescovo che alza verso l'alto con la mano sinistra un cuore fiammante si trova nella chiesa della Esaltazione della Santa Croce a Bailly-le-Franc nel Dipartimento di Aube nella regione della Champagne-Ardenne. L'esistenza di Bailly-le-Franc è attestata dal 1152.

Agostino è ritto in piedi con nella mano destra il bastone pastorale, che appoggia alla spalla. Indossa il piviale episcopale e la sua dignità di vescovo è espressa anche dall'elegante mitra che porta in testa. Con la mano sinistra alzata mostra un cuore fiammante, che osserva con attenzione. Il suo volto ha un aspetto anziano, con una folta barba grigiastra che gli copre le gote. Lo sguardo degli occhi ha un aspetto spento e tutto concentrato sul cuor fiammante.

La chiesa venne costruita nei primi anni del Cinquecento. La sua struttura architettonica è molto simile a quella costruita Lentilles e dedicata ai santi Giacomo e Filippo. Nel 1926 la chiesa, che conserva nel lato sud vetrate del XVI secolo, è stata inserita nell'elenco dei monumenti storici francesi.

Le indagini datano la costruzione della navata nel 1509 e la costruzione del coro nel 1510. Il coro è decorato da boiseries e da un grande polittico barocco.

L'interno è armonioso e di giuste proporzioni e si presenta a tre navate, di cui quella centrale si apre in un coro chiuso su cinque lati.

La chiesa è decorata con vetrate ottocentesche su cui sono raffigurati santi e incisi con i nomi dei benefattori. La scena raffigurante la Pietà è datata intorno al 1500.

Questo edificio è uno dei rari esempi di chiesa a graticcio.

La chiesa testimonia il successo del XVI secolo da parte di un sistema architettonico basato sui valori di snellezza e verticalità e fornisce anche la prova che notevoli edifici in legno sono stati eretti in parrocchie di pochissimi abitanti.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3