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PITTORI: Basile Gaetano

La Madonna della cintura con i santi Agostino e Monica nella chiesa di S. Maria de Plateis a Cirò nel crotonese

La Madonna della cintura con i santi Agostino e Monica

 

 

BASILE GAETANO

1894

Cirò, chiesa di S. Maria de Plateis

 

La Madonna della cintura con i santi Agostino e Monica

 

 

 

Nella chiesa Madre S. Maria de Plateis, di Cirò, tra le tante opere d'arte che vi sono custodite, salendo per la splendida scalinata, all'entrata, sul lato sinistro del portone centrale, si può ammirare un grande quadro che raffigura la Cintura che la S. Vergine dona a santa Monica mentre il figlio Agostino, vestito da vescovo, si rivolge al fedele offrendo con la mano sinistra il suo cuore fiammante.

La tela è opera di Gaetano Basile, un pittore della scuola napoletana dipinto nel 1884.

La devozione alla Madonna della cintura nella Chiesa Madre di Cirò viene espressa con una interessante annotazione dalla filosofa Maria Francesca Carnea: "Il desiderio di conoscenza nel senso del sacro interpella sempre alla comprensione per gli occhi che vedono il bello e che, incuriositi, anelano risposte. Nella straordinaria Chiesa Madre di Cirò, S. Maria de Plateis, tra tante magnificenze mirabili che sono in essa custoditi, e affidati alla cura del Parroco don Giovanni Napolitano, salendo per la splendida scalinata, all'entrata, sul lato sinistro del portone centrale, si può scorgere un grande quadro, imperioso, che colpisce l'attenzione per un particolare segno: la Cintura che la S. Vergine dona a s. Monica e s. Agostino. Suggestiva la storia e simbologia poiché foriera di significativa indicazione e illuminazione per la conoscenza e devozione mariana. Si tratta del quadro della Madonna della Cintura. Conosciamo meglio l'appassionante episodio che caratterizza il segno della cintura".

 

L'episodio riprende le parole di Isaia Et erit Iustitia cingolum lomborum eius et Fides cingolum renum eius, che formano il riferimento teologico del culto della cintura, soprattutto in ambito agostiniano. Il culto mariano ha origini piuttosto antiche: già sant'Ambrogio nel IV sec. promosse un grande sviluppo della marianologia soprattutto in relazione alla Verginità della Madonna. L'eredità teologica mariana ambrosiana fu raccolta da Agostino e dai movimenti religiosi che a lui si ispirarono nei secoli successivi. Il culto mariano costituì un elemento unificante e di resistenza per occidentali e bizantini durante le fasi di espansione araba.

Sarà nel corso del VII secolo che i Franchi assumeranno su di sé questa missione riportandola ad esperienze puramente occidentali, grazie all'aiuto dei missionari delle isole britanniche e dell'Irlanda. Nei secoli precedenti era stato l'accordo tra Longobardi e Roma e diffonderne il culto in ogni città. Dal V secolo la Chiesa di Costantinopoli influì notevolmente sul culto mariano in Lombardia, soprattutto attraverso i monaci che hanno lasciato numerose testimonianze. All'epoca di san Carlo, dal 1560 al 1584, furono promosse nelle diverse parrocchie le istituzioni delle Confraternite del SS. Sacramento in collegamento a quelle già esistenti di ispirazione mariana.

Fra queste era particolarmente attiva la Confraternita della Madonna della Cintura o Confraternitas Cinturatorum. Proprio per l'influsso degli agostiniani, largamente presenti nel XVI secolo a Milano, tale confraternita prese il nome di Arciconfraternita dei Cinturati di S. Agostino e santa Monica sotto l'invocazione di Nostra Signora della Consolazione, ricordando così nella denominazione il fondatore del culto e sua madre. La prima grande festa in onore della Madonna della Cintura si tenne la prima domenica d'Avvento del 1575 in Roma con la partecipazione del papa, di cardinali e di una numerosa popolazione. Per secoli si continuò a celebrare questa festa la prima domenica di Avvento.

Papa Clemente X, con il breve Ex iniucto nobis del 27 marzo 1675, fissò la festa il giorno successivo a quello di S. Agostino. Nel 1700 è nota l'esistenza di confraternite della Madonna della Cintura in tutta Italia, in altre nazioni, nonché a Tagaste.

 

La Sacra Cintola, chiamata anche Sacro Cingolo, è considerata la cintura della Madonna ed è la reliquia più preziosa, ancora oggi custodita in una Cappella apposita del Duomo di Prato. La cintura è una sottile striscia, lunga 87 cm, di lana finissima di capra, di color verdolino, broccata in filo d'oro, gli estremi sono nascosti da una nappa su un lato e da una piegatura sul lato opposto, tenute da un nastrino verde smeraldo. La tradizione vuole che appartenesse alla Vergine Maria, che la diede a s. Tommaso apostolo come prova della sua Assunzione in cielo.

La devozione alla Vergine della Cintura sarebbe nata dal desiderio di santa Monica di imitare Maria, anche nel modo di vestire. Monica avrebbe chiesto alla Madonna di farle conoscere quale era il suo abbigliamento durante la sua vedovanza e, soprattutto, come vestiva dopo l'ascesa al cielo di Gesù. La Vergine, accontentandola, le apparve coperta da un'ampia veste di stoffa dozzinale, dal taglio semplice e di colore molto scuro, ossia in un abito totalmente dimesso e decisamente penitenziale. Tale veste era stretta in vita da una rozza cintura in pelle che scendeva quasi fino a terra. Maria, slacciatasi la cintura, la porse a Monica raccomandandosi di portarla sempre e le chiese di invitare tutti coloro che desideravano il Suo particolare patrocinio di indossarla.

Da questa devozione sono nati i cinturati, con tanto di indulgenze concesse dall'autorità ecclesiastica, che richiedono di indossare la cintura e la recita quotidiana di una coroncina di 13 Pater, un Credo e una Salve Regina. Nella coroncina da recitarsi ogni giorno da parte dei "cinturati" questo accessorio viene interpretato come l'umanità di Cristo che per amore ha sparso il Suo sangue per le Sue creature.