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Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
MAESTRO DI BONGA
1860-1870
Bonga Mayor, chiesa di sant'Agostino
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
La statua di sant'Agostino ripete una struttura iconografica molto diffusa nelle Filippine, dove il santo è riccamente vestito da vescovo e regge nella mano sinistra il bastone pastorale e nella destra una chiesa, che simbolizza la chiesa a lui dedicata.
L'opera si trova nella chiesa di san'Agostino a Bonga Mayor, presso la grande città di Bustos. Bustos costituiva una parte del territorio della città di Baliuag durante il periodo spagnolo. La città venne separata da Baliuag dopo un tragico evento che accadde verso il 1860. In una domenica piovosa un gruppo di indigeni da Bustos con i bambini in braccio stavano per recarsi alla chiesa parrocchiale di sant'Agostino per i battesimi quando annegarono nel foiume: la barca su cui stavano si capovolse mentre stava attraversando il fiume in un punto di Angat pericoloso a causa della forte corrente d'acqua. Il tragico episodio convinse la popolazione di Bustos a richiedere la costruzione di una propria chiesa parrocchiale per evitare di attraversare il fiume. La gente scelse come patrono il Santo Bambino Gesù per ricordare tutti quei bambini che erano morti nel fiume. Bustos ottenne l'indipendenza dalla Baliuag nel 1867 con l'integrazione dei barrios Bonga Mayor e Bonga Menor.
La città prende il nome da Don Jose Pedro de Busto, un ingegnere minerario delle Asturie braccio destro di Simone de Anda y Salazar che era stato nominato Tenente Generale Alcalde di Bulacan e aiutante del Governatore Generale delle Filippine verso la fine del 1700. La città è stata riunita a Baliuag durante il conflitto americano. Dopo la guerra mondiale Bustos è stato nuovamente separato dl Baliuag ed è diventato un comune autonomo nel 1916.
La chiesa di sant'Agostino che vi è stata eretta ha un aspetto moderno, dalle linee architettoniche semplici.
Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.
8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.
8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.
8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.
8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.
8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.
8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.
POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6