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Agostino vescovo e Dottore della Chiesa combatte gli eretici
ANTONIO BONVICINO
1840
Roma, Pozzo delle Cornacchie
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa combatte gli eretici
Agostino dovette affrontare nel corso della sua, per l'incarico di vescovo che ricopriva, molte questioni strettamente dottrinali. Sollecitato dai suoi fedeli o dal altri vescovi, intervenne in svariatissime questioni prendendo posizione, spiegando, illuminando l'interpretazione autentica del messaggio evangelico e biblico. In un secolo di grandi eresie Agostino dovette occuparsi degli eretici, con cui combatté strenuamente per affermare la dottrina cattolica, che in lui ha riconosciuto uno dei grandi Dottori della Chiesa,
Nel 416 tratta la questione pelagiana.
La fine della controversia donatista coincise pressappoco con l'inizio di una nuova disputa teologica che impegnò Agostino fino alla sua morte. L'Africa, dove Pelagio ed il suo discepolo Celestio si erano rifugiati dopo il sacco di Roma da parte di Alarico, era diventata il principale centro di diffusione del movimento pelagiano. Già nel 412 un concilio tenuto a Cartagine aveva condannato i Pelagiani per le loro opinioni sulla dottrina del peccato originale, ma, grazie all'attivismo di Agostino, la condanna dei Pelagiani, che avevano avuto il sopravvento in un sinodo tenuto a Diospolis in Palestina, fu reiterata dai successivi concili tenuti a Cartagine e a Milevi. Un secondo periodo di attivismo pelagiano si sviluppò a Roma; papa Zosimo, dopo essere stato convinto da Agostino, nel 418 pronunciò una solenne condanna contro i Pelagiani.
Questi errori ... cercavamo di confutarli ... allo scopo che anche Pelagio, venendone a conoscenza, li correggesse senza essere attaccato personalmente: in tal modo sarebbe stata eliminata la sua funesta dottrina e gli sarebbe stata risparmiata la confusione ... Furono pertanto inviati alla Sede Apostolica dai due Concili di Cartagine e di Milevi rapporti concernenti tale questione prima che arrivassero in mano nostra o nell'Africa i verbali del processo ecclesiastico in cui si afferma che Pelagio si sia giustificato davanti ai vescovi della Palestina.
AGOSTINO, Lettera 186, 2 a Paolino
Nella stampa di Antonio Bonvicino Agostino è stato raffigurato come un anziano vescovo che tiene ben salda nella mano la penna che gli è servita per scrivere e smascherare gli errori eretici. nella mano sinistra tiene in pugno un cuore fiammante mentre volge lo sguardo verso l'alto dei cieli in cui, da una nuvola, si è manifestata la Trinità sotto forma di triangolo, che lo illumina illuminando tutto quanto ha scritto.
Ai suoi piedi in segno di vittoria si rotola un eretico, schiacciato dal peso delle argomentazioni agostiniane. A sinistra la scena è completata da un angioletto seduto nello studio-biblioteca di Agostino, intento a scrivere il dettato agostiniano.