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PITTORI: Maestro ungherese

Agostino e il bambino sulla spiaggia

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

MAESTRO UNGHERESE

1896

Budapest, chiesa di san Mattia

 

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

 

La scala che porta al pulpito neogotico della chiesa di san Mattia a Budapest è rivestita da nicchie che contengono le figure dei quattro Evangelisti e dei quattro Dottori della Chiesa.

L'immagine di Agostino, posta accanto a quello di san Giovanni evangelista, ci presenta il santo nelle sue vesti episcopali e attore di una scena leggendaria che lo vede protagonista nella sua ricerca di conoscere il mistero della Trinità.

Ai suoi piedi infatti si nota la figura di un piccolo e giovane angelo alato che tiene nella mano sinistra una ciotola.

Questa leggenda è stata studiata da L. Pillion in La Légende de s. Jérome in Gazette des Beaux-Arts del 1908. L'episodio che godrà di molta fortuna nella iconografia agostiniana riprende un testo della Lettera apocrifa a Cirillo che avrebbe scritto lo stesso Agostino. In un passo Agostino ricorda una rivelazione divina con queste parole: "Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?".

Questa leggenda si troverebbe forse già nel XIII secolo, sotto forma di exemplum, in uno scritto di Cesare d'Heisterbach (cfr. H. I. Marrou, Saint Augustin et l'ange, une légende médioévale, in l'Homme devant Dieu, Mélanges offerts au P. de Lubac, II, 1964, 137-149).

Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità. L'origine di questa tematica iconografica non proverrebbe dunque dalla agiografia medioevale quanto piuttosto dalla predicazione. P. Antonio Iturbe Saìz ha a sua volta proposto una possibile ricostruzione della sua origine: nel secolo XIII si scrivevano "exempla" per i predicatori e in uno di questi apparve questa leggenda applicata a un professore di scolastica di Parigi con un fine chiaramente morale: criticare la alterigia e la superbia dei teologi.

Ma come poi tutto ciò fu collegato ad Agostino ? Due possono essere le spiegazioni: primo che necessitava un protagonista alla storia stessa e Agostino era l'uomo adatto in quanto era considerato un sommo teologo. La seconda spiegazione sta nella diffusione del testo di un apocrifo in cui san Gerolamo (come è stato anticipato all'inizio) discute con Agostino sulle capacità umane di comprendere il mistero divino. In ogni caso la prima volta che si incontra questa leggenda applicata ad Agostino corre nell'anno 1263. In margine va ricordata la disputa sul luogo dove si sarebbe svolto l'incontro tra Agostino e Gesù Bambino: sulla spiaggia di Civitavecchia o di Ippona ? Gli Eremitani e i Canonici si batterono a lungo sul tema, soprattutto perché ciascuno sosteneva che Agostino era stato il vero fondatore del loro Ordine religioso.

 

La chiesa di san Mattia nonostante sia comunemente chiamata con il nome di Mattia Corvino, in realtà ha il titolo di Nostra Signora Assunta della Collina del Castello ed è dedicato alla Madonna.

L'edificio fu costruito tra il 1255 e il 1269 per ordine del re Béla IV d'Ungheria. Nel 1541 venne trasformata in una moschea dai turchi, ma dopo la liberazione dal dominio ottomano la chiesa fu occupata dai gesuiti. Nel 1873 e il 1896 fu oggetto di restauri da parte dell'architetto Frigyes Schulek che la ricostruì in parte in stile neogotico. In questa chiesa re Mattia Corvino si sposò due volte e vi furono incoronati sia Francesco Giuseppe I d'Austria nel 1867 e sia Carlo IV nel 1916. L'interno è diviso in tre navate con preziose vetrate e affreschi e custodisce la cappella funeraria reale dove si possono trovare i sarcofagi di Béla III d'Ungheria e di Anna di Chatillon.