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Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
BUSCAGLIA DOMENICO
1878
Finalborgo, Basilica di san Biagio
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
Nella volta del presbiterio sono raffigurati vari santi, fra cui compare in questo medaglione il mezzobusto di Agostino. La scritta in pedice riporta infatti AUGUSTINUS. Il santo è raffigurato in abiti episcopali, senza tuttavia gli attributi della sua dignità ecclesiastica. Fra le mani tiene saldo un libro chiuso. Il volto, dallo sguardo severo, ha un aspetto di persona ormai anziana, con una folta barba che gli copre il mento e scende fin sul petto. La fronte è calva e l'intera testa è avvolta da un nimbo.
L'attuale chiesa di San Biagio, dalla decorazione in stile barocco, venne edificata a partire dall'anno 1633 su disegno dell'architetto finalese Andrea Storace. Il culto per san Biagio, protettore, fra l'altro, dei cardatori di lana, è certamente uno dei più antichi di Finale. La produzione e il commercio di torselli lanici è una tipica e tradizionale attività del Finalese, di si hanno notizie per la prima volta nel 1128 dal regolamento del dazio di Genova, dove gli abitanti di Finale compaiono come esportatori di lana e canapa. Del preesistente edificio medioevale, che risale al 1261, restano solo l'abside e il campanile tardo-gotico a forma ottagonale, dalle numerose e sottili bifore, inserito su una torre della cerchia difensiva anteriore al 1452. Ad essa era annesso anche un ricovero per malati di cui però non è rimasta alcuna traccia. La chiesa antica, di cui non si conosce l'origine, era posta dall'altro lato del torrente Aquila, ma fu ricostruita in stile gotico entro il perimetro delle mura di Finalborgo nel 1372-1375.
La nuova chiesa, costruita tra il 1633 e il 1650 ha una pianta a croce latina ed è divisa in tre navate con una cupola centrale. L'interno presenta una notevole ricchezza di decorazioni. Nella navata centrale è ubicato il mausoleo di Giovanni Andrea Sforza Del Carretto ultimo dei Marchesi del Carretto, morto nel 1604, che originariamente si trovava nella chiesa di santa Caterina. Sono notevoli anche a due straordinarie sculture attribuite a Francesco Schiaffino: la Balaustra in marmo di Carrara con quattro graziose figure di angeli che reggono una tovaglia Eucaristica finemente scolpita ed il pulpito che illustra la visione di Ezechiele. Le tavole della legge sono sormontate da una colonna di nuvole che portano ai simboli dei quattro Evangelisti. Gli affreschi della volta sono stati eseguiti da Luigi Gainotti e Antonio Bertolotto nel 1911. Quelli della cupola e della volta del presbiterio sono stati realizzati nel 1878 da Francesco Semino e Domenico Buscaglia. La chiesa conserva ancora: un ciborio di marmo di Lorenzo Sormano datato 1521, l'ancona cinquecentesca originaria di S. Biagio, due interessanti copie della Trasfigurazione di Raffaello e dell'Annunciazione del Rubens del pittore finalese Francesco Spoleti. Nelle cappelle laterali trovano collocazione altre tele quali il Trittico della Madonna delle Grazie, opera anonima di scuola ligure del 1416, il grande Polittico di S. Caterina, di scuola piemontese quattrocentesca. La chiesa conserva anche preziosi oggetti d'arte, arredi e paramenti dei Prelati Carretteschi.
Buscaglia Domenico
Nacque a Savona nel 1828, vivendo e lavorando prevalentemente nella sua città natale o nei suoi dintorni. A Genova studiò all'Accademia Ligustica e si formò nella bottega del pittore G. Varese. Partecipò agli eventi risorgimentali del suo tempo prendendo parte sia alla prima che alla seconda guerra d'Indipendenza. Dal punto di vista artistico si distinse come frescante nella decorazione di molteplici chiese e palazzi pubblici del savonese, fra cui ricordiamo la chiesa di San Giovanni Battista a Savona e la cattedrale di Albenga. Fu nominato Accademico di merito della Ligustica nel 1874 e nel corso della sua attività si occupò anche di critica d'arte e di problematiche legate al restauro.
Morì a Savona nel 1919.