MAESTRO DI CAGAYAN

1872

Cagayan de Oro, Cattedrale di sant'Agostino

 

Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

La statua del santo vescovo di Ippona si staglia all'entrata della nuova cattedrale di sant'Agostino che è stata edificata a Cagayan de Oro. La statua del santo ci presenta un Agostino che riproduce la sua iconografia classica più diffusa che lo vece come vescovo e Dottore della Chiesa.

In questo caso il santo regge con la mano destra un cuore fiammante che alza verso il cielo simbolo del suo eccezionale amore per Dio. Nella mano sinistra tiene fermo il bastone pastorale, mentre con lo sguardo del viso si leva a cogliere l'immagine del cuore fiammante. Il santo ha un aspetto di persona anziana e matura con una foltissima barba che gli copre persino il petto.

La cattedrale di sant'Agostino è sede arcivescovile della città di Cagayan de Oro nelle Filippine. L'arcidiocesi comprende le province di Misamis Oriental e Camiguin, nonché un'isola e una città nella provincia di Bukidnon.

Il territorio è suddiviso in 56 parrocchie.

La diocesi di Cagayan de Oro fu eretta il 20 gennaio 1933 con la bolla Ad maius religionis di papa Pio XI, frazionandola dal territorio dalla diocesi di Zamboanga. Originariamente era suffraganea dell'arcidiocesi di Cebu.

Il 3 giugno 1939 e il 27 gennaio 1951 la diocesi cedette porzioni del suo territorio a vantaggio dell'erezione rispettivamente della diocesi di Surigao e della prelatura territoriale di Ozamiz che oggi è diventata arcidiocesi.

Il 29 giugno 1951 la diocesi è stata elevata al rango di arcidiocesi metropolitana con la bolla Quo in Philippina di papa Pio XII.

Gli agostiniani Recolletti arrivarono in città nel 1622 e divennero i primi evangelizzatori di quella che oggi è Cagayan de Oro. La formazione del primo insediamento è attribuito a p. Agustin de San Pedro nel 1626.

Cagayan divenne la capitale del Secondo Distretto de Misamis nel 1872 e divenne città nel 1950, quando il suo nome fu cambiato in Cagayan de Oro e la Cattedrale di sant'Agostino venne ricostruita.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.