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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Ottocento: Camuccini VincenzoPITTORI: Camuccini Vincenzo
Particolare di San Gregorio Magno che affida a san Benedetto e a sant'Agostino la missione di predicare
CAMUCCINI VINCENZO
1829-1833
Catania, Museo Civico Castello Ursino
San Gregorio Magno affida a san Benedetto e a sant'Agostino la missione di predicare
L'opera costituisce un bozzetto su tela che apparteneva alla Collezione dei Benedettini. Il bozzetto era relativo alla realizzazione delle pale d'altare della chiesa di san Nicolò a Catania. Tema del bozzetto è la figura di papa San Gregorio Magno che affida a san Benedetto e a sant'Agostino la missione di predicare. E' Agostino a ricevere il foglio dal papa: è in ginocchio, ha un volto ancora giovanile ed indossa la tipica tunica nera dei monaci agostiniani. Nel corso del Cinquecento si era andata consolidando l'abitudine di inviare ai committente dipinti di piccolo formato dimostrativi delle opere richieste, come garanzia delle opere finali. I bozzetti spiccano per vivacità e spontaneità di esecuzione, con una pennellata fluida e istintiva, con caratteri attenutati o del tutto persi nelle opere finali.
Fra il 1785 e il 1833, nel corso della prolungata costruzione della chiesa, gli abati benedettini affidarono l'allestimento pittorico delle cappelle ai maggiori esponenti della cultura figurativa romana ed in particolari agli artisti affiliati alla Accademia di san Luca, roccaforte degli insegnamenti classicisti del pittore Carlo Maratta, che fra Seicento e Settecento mitigava le esuberanze barocche della pittura romana con più sobrie ed armoniche composizioni.
La serie dei bozzetti benedettini dimostra l'aggiornamento dei monaci alle novità romane e rifletto il percorso del classicismo accademico della scuola di Maratta fra fine Settecento e i primi decenni dell'Ottocento. Si passa così dagli scenografici bozzetti di Mariano Rossi, artista di origini siciliane, caratterizzati da una spiccata vena di decorativismo, al senso della misura e dell'equilibrio neoclassico del San Gregorio di Vincenzo Camuzzini "capolavoro, opera recente e forse unica in Sicilia di tale artista" che completa il ciclo pittorico della chiesa.
Non fu mai realizzata invece la grande pala d'altare che doveva raffigurare san Leone e il mago Eliodoro, oggetto di lunghe trattative (1814-1816) fra l'abate Giovanni Andrea Paternò Castello, promotore della decorazione della chiesa benedettina e il pittore, di origini trapanesi, attivo a Roma, Giuseppe Errante. Il bozzetto dell'opera giunse comunque a Catania ed è custodito nella sacrestia della Cattedrale. Lo stesso soggetto fu commissionato nel 1815 a Giuseppe Patania che tuttavia realizzò solo il bozzetto.
La grande pala che venne dipinta da Camuccini per la chiesa di san Nicolò purtroppo è andata perduta.
Vincenzo Camuccini
Vincenzo Camuccini (1771-1884) avviò gli studi artistici sotto la guida dei maestri Domenico Corvi e di Pompeo Batoni. Si esercitò soprattutto a copiare la pittura del Cinquecento e del Seicento romano, maturando un talento artistico già portato alla definizione dei volumi ed alle grandi composizioni. Le sue prime realizzazioni risentono dello stile di Batoni, ma i contatti e le influenze di Canova, Bossi, Benvenuti, Tordwalsen, Monti, Landi e David, lo portarono ad una forma di neoclassicismo maturo, di cui sarà uno dei più famosi esponenti italiani. Lo stile di Camuccini fu largamente apprezzato dai pittori romani contemporanei, che accolsero il suo procedimento di accentuazione delle ombre e delle luci, in parte modificando i tratti caratteristici della scuola locale. Camuccini dà le migliori prove del suo talento nei disegni e nei bozzetti, tracciati sommariamente, ma con segni vigorosi e veloci, fortemente chiaroscurati. Nelle grandi tele sembra invece cedere a modalità accademiche e convenzionali. Eletto alla carica di Presidente dell'Accademia di S. Luca, fu anche sovrintendente dei palazzi apostolici.