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Morte di Monica
DELABORDE HENRI
1852
Angoulême, Musée des Beaux-Arts
Morte di Monica
La tela è firmata e datata 1852. E' conservata nel Museo di Belle Arti ad Angoulême e raffigura la scena storica della morte di Monica. Le dimensioni del dipinto sono notevoli e misura 335 cm in altezza per 230 in larghezza.
Monica è distesa col capo chinato sul cuscino, una mano sul petto e l'altra fra le mani del figlio Agostino. La santa indossa una tunica bianca con un volo che le cinge il capo. Agostino, dal volto giovanile e imperioso è ritto in piedi in mezzo alla stanza, inginocchiato dinanzi al letto di morte della madre e alza verso l'alto il braccio destro. Alle sue spalle si intravede un giovane Adeodato abbracciato da un personaggio nella penombra.
Nella stanza ci sono due soli mobili: una specie di comodino con un libro chiuso deposto sul ripiano e una piccola e bassa panca, dove Agostino è inginocchiato e che probabilmente serviva per salire sul letto.
Pareti e pavimento sono dipinti secondo lo stile e le consuetudini delle case romane di quel secolo.
Alla base della tela il pittore ha dipinto altri cinque piccoli riquadri, di cui l'ultimo a destra raffigura l'episodio dell'estasi di Ostia, che precede la morte della santa.
Tu che fai abitare in una casa i cuori unanimi, associasti alla nostra comitiva anche Evodio, un nostro giovane concittadino. Era impiegato nell'amministrazione imperiale, e si era convertito a te prima di noi, aveva ricevuto il battesimo e lasciato il servizio nel mondo per dedicarsi al tuo. Vivevamo insieme e avremmo abitato insieme anche in futuro, questo era il nostro solenne impegno. Eravamo in cerca di un luogo in cui potessimo renderci più utili vivendo al tuo servizio: insieme facevamo ritorno in Africa. Giunti vicino a Ostia, sul Tevere, mia madre morì.
AGOSTINO, Confessioni 9, 8, 17
Delaborde Henri
Henri Delaborde nacque a Rennes nel 1811. Critico d'arte e pittore storico era figlio del Conte Henri-François Delaborde.
Dopo aver frequentato a Parigi Delaroche dipinse alcune rappresentazioni storiche di tipo classico convenzionale. Nel 1870 divenne ufficiale della Legion d'Onore.
Tra le sue opere ricordiamo principalmente: Hagar nel Deserto (1836, Museo di Digione), Sant'Agostino (1837), I cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme che ristabiliscono la religione in Armenia (1844), a Versailles Costantino V d'Armenia assiso sul suo trono circondato dagli Ospedalieri.
Realizzò anche affreschi nella Basilica di santa Clotilde. La sua attività principale tuttavia fu quella di critico d'arte. Segretario perpetuo dell'Accademia di Belle Arti, contribuì alla Revue des Deux Mondes e altri periodici. Pubblicò interessanti volumi e studi: "Ingres, sa vie, ses travaux, sa doctrin" (1870), "Lettres et pensés d'Hippolyte Flandrin" (1865), "Gérard Édelinck" (1886), "La gravure" (1882), "La gravure en Italie" (1883), "Marc Antoine Raimondi" (1887),"Les Maîtres florentins du XV siècle" (1889) e "L'Académie des Beaux-Arts depuis la fondation de l'Institut de France" (1891).
Il conte Delaborde entrò nell'Istituto di Francia nel 1868. Morì a Parigi nel 1899.