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PITTORI: Bernardino Delfico

Madonna della Cintura con Monica e Agostino a Teramo

Madonna della Cintura con Monica e Agostino

 

 

BERNARDINO DELFICO

1853

Teramo, chiesa di S. Agostino

 

Madonna della Cintura con Monica, Agostino e Dottori della Chiesa

 

 

 

Bernardino o Gian Bernardino, nato a Teramo nel 1823 è l'artista che ha firmato nel 1853 gli affreschi della volta e dei pennacchi della Cappella dei Cinturati, annessa alla Chiesa di S. Agostino a Teramo. Nella volta dipinse una bella Apparizione della Vergine a Santa Monica, mentre nei pennacchi si conservano i quattro Evangelisti. Dopo vari colloqui con le autorità pubbliche che volevano sistemare il contiguo carcere, su progetto dell'architetto Giuseppe Lupi, la chiesa era stata prima ristretta sul lato sinistro ma poi demolita per esigenza di sicurezza ad eccezione dell'oratorio nel quale, tra altre settecentesche opere pittoriche, Giovan Bernardino Delfico aveva firmato nel 1853 gli affreschi della volta e dei pennacchi raffiguranti rispettivamente l'Apparizione della Vergine a santa Monica e i quattro Evangelisti.

Bernardino Delfico è anche il pittore a cui fu commissionata nel 1862-1863 la decorazione della Chiesa dell'Addolorata a Mosciano Sant'Angelo. Opera sua sono le scene della Fuga in Egitto, della Presentazione al Tempio, di Gesù con i dottori e di una Crocifissione molto suggestiva.

La struttura dell'affresco della Apparizione della Vergine a Santa Monica è stata scoperta anche sul retro di uno dei dipinti restaurati di recente dove è ben visibile il bozzetto, lacunoso ma leggibilissimo, del dipinto stesso. La Vergine, assisa su un trono di nuvole con in braccio il Bambino offre una cintura a santa Monica che tende la mano per accoglierla. La santa veste un abito nero, che è poi quello delle monache agostiniane.

In basso a destra si può notare anche sant'Agostino che assiste alla scena volgendo lo sguardo verso l'alto. Si erge in piedi allargando le mani in segno di accettazione, rivestito dei paramenti vescovili con in mano il bastone pastorale e in testa la mitra.

Ad un ordine inferiore si intravedono altri personaggi non facilmente individuabili.

L'artista morì a 47 anni.

 

La festa della Madonna della Cintura viene celebrata la prima domenica dopo il 28 agosto, memoria di sant'Agostino. La devozione alla Vergine della Cintura, secondo la tradizione, è nata dal desiderio di Santa Monica di imitare Maria anche nel modo di vestire: Monica infatti avrebbe chiesto alla Madonna di farle conoscere quale era il Suo abbigliamento durante la Sua vedovanza e, soprattutto, come vestiva dopo l'ascesa al cielo di Gesù. La Vergine, accontentandola, le apparve coperta da un'ampia veste di stoffa dozzinale, dal taglio semplice e di colore molto scuro, ossia in un abito totalmente dimesso e penitenziale. La veste era stretta in vita da una rozza cintura in pelle che scendeva quasi fino a terra. Maria, slacciatasi la cintura, la porse a Monica raccomandandosi di portarla sempre e le chiese di invitare tutti coloro che desideravano il Suo particolare patrocinio ad indossarla. Fra i primi ci fu sant'Agostino e, poco per volta, la cintura divenne uno dei tratti distintivi dell'ordine degli Agostiniani e di quanti hanno regole di vita che traggono spunto da sant'Agostino. La cintura nel mondo romano ed in questo contesto in particolare, aveva un valore simbolico ed indicava un legame (non a caso giocava un ruolo importante nel matrimonio dell'età classica), in un rapporto certamente di livello impari, di sottomissione che comportava una protezione, espressa da parte della Madonna nella forma del Patrocinio. Nella coroncina da recitarsi ogni giorno da parte dei "cinturati" questo accessorio viene interpretato come l'umanità di Cristo che per amore ha sparso il Suo sangue per le Sue creature. Portare la cintura equivale ad avere di fronte a sé il volto del Redentore e deve aiutare a tenere un comportamento aderente al Vangelo, secondo la volontà del Signore. Sono frequenti le immagini in cui si ritrae la Vergine, in alto, tra santa Monica e sant'Agostino in atto di donare la propria cintura: la Madonna appare con il Bambino in braccio, elemento che manca nel racconto tradizionale e non indossa affatto un abito scuro ma è raffigurata quasi sempre con la veste rosa e azzurra: il colore penitenziale rimane solo per la cintura che offre ai fedeli anche perché il nero o il marrone sono due colori capaci di evidenziare il particolare all'interno della composizione pittorica. L'iconografia della Madonna della Cintura è simile in vari casi a quella della Vergine del Rosario e la stessa Cintura si può confondere con quello strumento di preghiera: come nel caso della Madonna di Pompei, anche la Vergine della Cintura viene sovente raffigurata fra due santi uno di sesso maschile e l'altro femminile.

 

Dopo una prolungata serie di carteggi intercorsi tra il Prefetto e il Ministero dell'interno - Direzione delle carceri, si raggiunse finalmente un accordo con la stipula di una puntuale ed accurata convenzione conclusasi il 1 aprile 1875 tra l'Arciconfraternita dei Cinturati, rappresentata da Raffaele Quartapelle, e il Prefetto della provincia Luigi Maccaferri, delegato del Governo. Con tale intesa il pio sodalizio cedeva gratuitamente quella parte della chiesa necessaria per l'isolamento del carcere e si impegnava a costruire il muro di demarcazione a sue spese in cambio della possibilità di poter riadattare la parte restante della chiesa o, volendo, di ricostruirla liberamente ex novo, sempre a sue spese e suo esclusivo interesse (64). Difatti, su progetto dell'architetto Giuseppe Lupi, la chiesa venne prima ristretta sul lato sinistro ma poi demolita per esigenza di sicurezza ad eccezione dell'oratorio nel quale, tra altre settecentesche opere pittoriche, Giovan Bernardino Delfico aveva firmato nel 1853 gli affreschi della volta e dei pennacchi raffiguranti rispettivamente l'Apparizione della Vergine a S. Monica e i quattro Evangelisti.