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PITTORI: Gonin Francesco

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

FRANCESCO GONIN

1852

Torino, chiesa di san Massimo

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Per quanto riguarda la decorazione religiosa, Gonin nel 1852 affrescò l'abside e i pennacchi della cupola della chiesa di S. Massimo a Torino, dove troviamo le immagini dei Dottori della Chiesa. Agostino è raffigurato nella sua veste episcopale con la mitra in testa e mostra un atteggiamento pensoso mentre sta leggendo un rotolo.

Il volto del santo ha un aspetto maturo esaltato da una foltissima barba che gli copre le guance. Alle sue spalle due angioletti fanno da sfondo su un cielo azzurro.

La chiesa di san Massimo, dedicata al primo vescovo di Torino, fu inaugurata nel 1853 nel corso della nuova espansione di Borgo Nuovo. L'edificio ha un valore storico-artistico ed ambientale e costituisce un significativo esempio di gusto carloalbertino. Fu disegnata da Giuseppe Leoni e realizzata dall'arch. Carlo Sada tra il 1844 e il 1853. Inizialmente si era dato avvio a un progetto di Pelagio Palagi, in gusto neogotico, che tuttavia non ebbe seguito. Il tempio neoclassico fu costruito con il concorso di re Carlo Alberto.

La chiesa è una costruzione a navata unica a croce latina con una facciata di gusto neoclassico formata da un pronao corinzio. Nel battistero, realizzato da Cesare Reduzzi, è collocata la Pala della Natività della Vergine opera del Legnanino, donata dalla famiglia reale. Nell'abside un affresco di Francesco Gonin raffigura san Massimo che predica ai torinesi. Nella cappella di San Giuda Taddeo è collocata la Pietà realizzata dallo scultore Salvatore Ravelli donata anch'essa dai Savoia. Il tempio è provvisto di una slanciata cupola a 45 metri di altezza affrescata da Paolo Emilio Morgari (1815-1882) e ornata all'esterno di otto statue dei profeti opere di Giovanni Albertoni (1806-1887), Silvestro Simonetta, Giuseppe Raimondi e Giuseppe Dini (1820-1890).

La famiglia reale contribuì ancora ad adornare la chiesa: Carlo Alberto con le statue dei quattro evangelisti in facciata; il duca di Genova Ferdinando (1822-1855) con il bassorilievo della Deposizione opera dello scultore ligure Salvatore Revelli (1816-1859).

 

Il primo vescovo di Torino fu san Massimo di Torino vissuto nel quarto secolo d. C. e considerato il fondatore dell'Archidiocesi Taurinensis nell'allora Julia Augusta Taurinorum. Si impegnò particolarmente nella lotta contro la compravendita delle cariche ecclesiastiche e contro il paganesimo. Durante il suo episcopato tra il 390 e il 420 fece erigere una chiesa sui resti di un tempio pagano dove successivamente fu costruita la chiesa della Consolata.

 

 

Gonin Francesco

Francesco Gonin nacque a Torino nel 1808. Si formò all'Accademia di pittura e scultura di Torino, che frequentò dal 1820 al 1828 seguendo prima i corsi di Lorenzo Pécheux e, dal 1822, quelli di Giovanni Battista Biscarra. Talento precocissimo, nel 1822 Gonin iniziò una feconda collaborazione con Felice Festa, che possedeva un laboratorio litografico, il primo a sperimentare nel Regno di Sardegna la tecnica della litografia, di cui detenne il monopolio fino al 1830.

Si specializzò specialmente in ritratti storici, paesaggi e scene di genere. Numerosi suoi ritratti, quadri storici ed affreschi sono conservati nelle varie residenze sabaude e in alcune chiese di Torino. Gonin decorò anche una sala della stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova, che era un tempo riservata come sala d'attesa del re. Una sua opera dal titolo La Rocca di Sapay presso Viù è esposta alla Galleria Ccivica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Gonin è noto anche per avere illustrato I promessi sposi di Alessandro Manzoni, nell'edizione del 1840. Le sue illustrazioni de I Promessi Sposi (Milano, Guglielmini e Redaelli, 1840) si possono vedere presso il Civico Museo Manzoniano di Lecco. Del 1845 è una sua opera con soggetto a tema storico: Ludovico il Moro con Beatrice e Ascanio vanno in visita a Leonardo da Vinci mentre dipinge l'Ultima Cena. Anche suo figlio Guido fu un apprezzato pittore. Gonin morì a Giaveno nel 1889.