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Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
HEBERT ERNESTO
1886
Parigi, Museo del Louvre, Fondo Disegni
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
Questo disegno a colori è stato attribuito al pittore Hebert Ernest e si trova conservato nel Fondo dei Disegni e delle Miniature di grande Formato del Museo del Louvre.
L'immagine riprodotto è quella di sant'Agostino, da come si evince dal cartiglio soprastante la figura di Agostino.
Il santo indossa i paramenti episcopali e regge fra le mani un grosso libro chiuso. In testa porta una vistosa aureola. Il suo viso ha un aspetto sereno, non è calvo e porta una lunga barba, ma elegante, che gli copre il mento.
La scritta in alto SCS AUGUSTY non lascia dubbi sul santo che il pittore ha voluto raffigurare.
Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.
Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.
Ernest Hébert
Antoine Auguste Ernest Hébert nasce a Grenoble nel 1817 da una famiglia agiata. Suo padre era notaio e cugino di Stendhal.
Giovanissimo inizia a seguire le lezioni di pittura di Benjamin Rolland, allievo di David e conservatore del Museo cittadino.
I suoi genitori nel 1834 si separano e lui va a studiare legge a Parigi. La sua autentica passione però era la pittura e così cominciò a frequentare gli atelier di David d'Angers e di Paul Delaroche. Nel 1839 vince il Prix de Rome che gli consente di soggiornare a Roma e di studiare all'Accademia di Francia diretta da Ingres. La passione per l'Italia gli durerà per tutta la vita, tanto da soggiornare a Roma per quasi trent'anni.
Rientrato a Parigi nel 1850 al Salon un quadro ispirato alla Campagna romana.
Nel 1855 ritorna a Roma per trasferirsi nel 1858 a Cervara di Roma, luogo allora quasi primitivo. Vi dipinge diverse opere riproducendo paesaggi e persone ciociare.
Il suo accademismo, venato di romanticismo, si indirizza dagli anni Settanta verso le forme della pittura simbolista.
Pittore di successo, è ricercato dallo stesso imperatore Napoleone III, di cui farà un ritratto. Dal 1875 al 1884 decora con un mosaico religioso l'abside del Pantheon di Parigi.
Negli ultimi anni si ritira nella sua villa di La Tronche dove continua la sua attività di ritrattista mondano e dove muore nel 1908.