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PITTORI: Hertel Carl

Agostino e il bambino sulla spiaggia

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

HERTEL CARL

1870-1880

Geseke, chiesa di san Ciriaco

 

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

 

La vetrata si trova nella ex chiesa collegiata di san Ciriaco a Geseke nella regione Nord Reno-Westfalia. Venne realizzata nel 1909 con un vetro dipinto da Carl Hertel a Dusseldorf. La scena raffigura sant'Agostino che incontra un bambino su una spiaggia.

Ai suoi piedi un bambino che sta giocando con l'acqua versandola in una buca ci ricorda che il soggetto della scena è la Trinità e l'episodio narrato iconograficamente si riferisce alla ricerca del mistero della Trinità da parte di Agostino.

Questa leggenda è stata studiata da L. Pillion in La Légende de s. Jérome in Gazette des Beaux-Arts del 1908. L'episodio che godrà di molta fortuna nella iconografia agostiniana riprende un testo della Lettera apocrifa a Cirillo che avrebbe scritto lo stesso Agostino. In un passo Agostino ricorda una rivelazione divina con queste parole: "Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?".

Questa leggenda si troverebbe forse già nel XIII secolo, sotto forma di exemplum, in uno scritto di Cesare d'Heisterbach (cfr. H. I. Marrou, Saint Augustin et l'ange, une légende médioévale, in l'Homme devant Dieu, Mélanges offerts au P. de Lubac, II, 1964, 137-149).

Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità. L'origine di questa tematica iconografica non proverrebbe dunque dalla agiografia medioevale quanto piuttosto dalla predicazione. P. Antonio Iturbe Saìz ha a sua volta proposto una possibile ricostruzione della sua origine: nel secolo XIII si scrivevano "exempla" per i predicatori e in uno di questi apparve questa leggenda applicata a un professore di scolastica di Parigi con un fine chiaramente morale: criticare la alterigia e la superbia dei teologi.

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del problema del Bene e del Male, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

 

La collegiata fu costruita dopo la fondazione per la famiglia dei conti sassoni di Haholde di un convento femminile nel X secolo e inizialmente era solo il centro ecclesiastico per gli abitanti del monastero. Il re Ottone I confermò la fondazione di Hohold e dei suoi fratelli, omne, quod eiusdem civitatis interioris muri ambitu continetur e le monache ricevettero nel 986 da Ottone III. il diritto di eleggere una badessa, allo stesso tempo di avere garantita l'immunità. Nel 1014 la badessa Hildegunde chiese la protezione dell'arcivescovo Heribert di Colonia. Il monastero fu sciolto nel 1823 con la morte della badessa Bernhardina Sophia von Plettenberg-Lenhausen sotto il dominio prussiano. La chiesa a sala cruciforme ha una parte orientale romanica, fiancheggiata da due torri. La parte romanica dell'edificio risale al X-XIII secolo. La sagrestia si trova nell'ex sala capitolare. Segue il chiostro romanico. La chiesa ha un arrediamento prezioso: l'altare maggiore e gli altari laterali furono realizzati dal 1727 al 1731. La Pietà risale alla prima metà del XV secolo e il tabernacolo fu progettato nel XVI secolo. Nella sala della torre c'è una "tomba santa". Nel cortile si possono vedere epitaffi della collegiata.